Sacchi: "Milan vittima della riconoscenza verso i suoi campioni"
Intervistato da La Repubblica, Arrigo Sacchi, ex tecnico del Milan e della nazionale italiana, ha parlato del momento, non del tutto facile, che attraversa la società rossonera:
Sacchi, a 23 anni dalla sua rivoluzione, al Milan siamo ai titoli di coda? «Siamo in fase di transizione. Ma Berlusconi e Galliani sono due dirigenti fuori dalla norma. Berlusconi è stato geniale, deve tornare ad essere un grande innovatore».
Berlusconi venderà la società? «Mi sembrerebbe strano. Mi dispiace, semmai, che nessuno della famiglia ne abbia ereditato la passione. Speravo tanto in Piersilvio. A Luigi, il figlio più piccolo, chiesi se gli interessava il calcio: non granché, mi disse. Sarebbe una perdita grave: le intuizioni e le innovazioni di Berlusconi sono state fondamentali. Per costruire una grande squadra servono l'ambiente, un gioco innovativo e la motivazione. Mi diede i giovani: apprendono meglio e non difendono lo status quo. Lentamente il Milan è stato vittima della riconoscenza verso i suoi campioni. Non si è rinnovato, ha rinnovato i contratti. Atene 2007 è stato un capolavoro di organizzazione, capacità di gestione e intelligenza tattica. Ma si è raschiato il fondo del barile. Ora ci vogliono i giovani. E Berlusconi lo ha detto chiaramente».
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