Una ragione per abbonarsi

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© foto di Pietro Mazzara
venerdì 28 giugno 2013, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
Giornalista sportivo a Mediaset, è stato caporedattore di Tele+ (oggi Sky). Opinionista per Telenova e Milan Channel. I suoi libri: "Soianito", "La vita è una" con Martina Colombari, "Sembra facile" con Ugo Conti.

Rileggendo gli editoriali di un anno fa di questi tempi, ci siamo accorti che potremmo ripubblicarli pedissequamente in queste settimane. Cambiando solo i nomi, mettendo El Shaarawy al posto di Ibrahimovic e Fabregas al posto di Tevez. La differenza è che, cercando di eguagliare l'apostolo Pietro, Tevez ha tradito eccome, ma 2 volte soltanto. E forse non è stato esattamente lui, a tradire.
Aspettando con fiducia che un cross di Brand per la girata al volo in gol di Ranking risolvano le partite e facciano vincere gli scudetti, ci interroghiamo su qualche mancanza nella comunicazione di queste ultime estati circa iol mercato e le strategie conseguenti. Dunque, tanto per cominciare era assolutamente necessario sistemare il bilancio: Berlusconi lo ha detto a fine agosto 2012 anziché a maggio, ma pazienza. Certo, l'avessero saputo a maggio, tutti sarebbero stati preparati all'epurazione estiva e i responsabili di marketing avrebbero evitato di mettere Ibra e casomai Thiago Silva nei manifesti pubblicitari della campagna abbonamenti.
Svuotata la squadra da Nesta a Zapata, da Zambrotta a Constant, da Gattuso a Nocerino, da Seedorf a Muntari, da Inzaghi a Bojan, sono fioriti due talenti straordinari in prospettiva: El Shaarawy e De Sciglio. Sbocciati quasi per caso, per la scomparsa agonistica di Pato e per la testa svagata di Robinho già in Brasile da mesi. Oggi che i bilanci sono a posto, i tifosi pensavano che - nonostante non ci sia più voglia di spendere né 12 per Tevez né 6 per Honda né per Poli né per nessun altro), perlomeno i gioiellini El Shaarawy e De Sciglio sarebbero stati blindati. Invece no, sono eccome sul mercato, c'è sempre la porta aperta alla possibilità di un'offerta "cui non si può dire di no". Se non altro, 'sto giro i tifosi l'hanno saputo subito. Hanno quindi tempo di meditare, riflettere e (casomai, perché no?) rattristarsi o incazzarsi. Ma sembra venga vietato anche questo, a loro: "invece di venire in massa a San Siro, si arrabbiano...". Abbiamo provato a spiegare a Berlusconi in diretta a "Milan Channel", 10 mesi fa, che oggi andare a vedere un normalissimo Milan-Atalanta (non il derby o una partita di Champions...) costa anche 100 euro a un cristiano che ci va in macchina, porta il figlio o la fidanzata, mangia due panini e beve due Coca Cola. Per non parlare di chi va in trasferta. Lo stesso Berlusconi aveva appena finito di dire che "purtroppo qualche acquisto non si è rivelato adeguato", eppure un anno dopo si compra solo se si vende. E allora perché oggi, a parte l'amore indiscriminato per i colori rossoneri, un tifoso dovrebbe abbonarsi? Per continuare a seguire un club in cui è sempre possibile vendere tutti, ma non inseguire nessuno? Balotelli, certo. Il cilindro di Galliani. Ma è sono la voglia, l'entusiasmo e i soldi del presidente a mancare, perché tutto ciò che accade fuori dal calcio, si ripercuote inevitabilmente sul Milan. A proposito, tra breve ci sarà la sentenza definitiva sul lodo Mondadori.

In Brasile scendono in piazza per le spese folli della Confederation e del Mondiale. Come mai in Spagna, al penultimo posto in Europa e con il 25% di disoccupazione, con la banca più importante messa in ginocchio da un miliardo e mezzo di crediti nei confronti di Real Madrid, Barcellona e Valencia, nessuno alza nemmeno un cartello o uno striscione per contestare gli sperperi di questi club che continuano a buttare soldi in faccia a qualsiasi debito e qualsiasi crisi? E dov'è il fair-play finanziario sbandierato dall'ineffabile Michel Platini, quando a spendere e spandere sono il suo PSG, il City del cugino dello sceicco del PSG, le spagnole? E perché il solo Galliani si lamenta di queste cose, ma lo fa soltanto con i giornalisti italiani e non nelle sedi dove bisognerebbe alzare la voce?