Scocca l'ora del Ringhio

Scocca l'ora del RinghioMilanNews.it
© foto di Alberto Fornasari
venerdì 2 aprile 2010, 13:00Twitch
di Paolo Pinto
fonte leggo.it
Gattuso in campo a Cagliari, sarà partita per uomini veri!

Scocca nuovamente l’ora di Gattuso. Da settimane Ringhio non riusciva a spiegarsi le continue panchine, la mancata possibilità di dimostrare a Leonardo che anche lui poteva dare qualcosa alla causa rossonera e alla corsa scudetto. Domani nell’anticipo pasquale di Cagliari potrà farlo, grazie alla squalifica di Flamini, e forse ad un’infermeria che non vuole svuotarsi (Mancini ancora fermo, Pato anche). E così in mezzo al campo, com’è successo con Seedorf col Chievo, può tornare utile la vecchia guardia, quella abbandonata dalla gestione Leonardo dopo pochi mesi dal suo inizio d’avventura in panchina. Questo è il pregio, per altri il difetto, del tecnico brasiliano: non guardare in faccia nessuno. E con Gattuso, la storia e l’atteggiamento dell’allenatore è stata la stessa di quelle vissute da Inzaghi, Kaladze, Abbiati e inizialmente proprio da Flamini.


A dicembre il centrocampista rossonero era stanco di restare a guardare gli altri ed era pronto ad andarsene dal suo Milan. Una seconda volta, dopo che anche nell’era Ancelotti aveva sfiorato l’addio per cominciare l’avventura al Bayern Monaco. Ma erano altri tempi, altre ragioni (economiche e voglia di confrontarsi con un altro campionato).


Lo sfogo di dicembre è stato diverso perché Leonardo non lo faceva giocare, proprio come adesso. A gennaio decise di non andare via all’ultimo secondo decise di resistere: a giugno cosa farà? Forse basterà cambiare allenatore per riconquistare la fiducia di alcuni giocatori. A Cagliari, Gattuso tornerà in campo da arrabbiato, come Pirlo dopo la squalifica e insieme ad Ambrosini.

Ma il dubbio del tecnico brasiliano è chi giocherà con Borriello e Ronaldinho (altro ritorno dalla squalifica). In porta Dida sta bene, Abbiati non ancora e giocherà il brasiliano. Al Sant’Elia è possibile anche che in avanti Seedorf possa “rubare” la maglia che Huntelaar, comunque in vantaggio, già pensava sua.