Leo, se ci lasci non vale. Milan quante incognite per il futuro

"La valigia sul letto è quella d'un lungo viaggio e tu senza dir niente hai trovato il coraggio, con l'orgoglio ferito di chi poi si ribella...
Metti a posto ogni cosa e parliamone un po'. Io di errori ne ho fatti e di colpe ne ho, ma quello che conta tra il dire e il fare è saper andar via ma saper ritornare". Anno 1979, Julio Iglesias canta una mezza verità, quella che oggi (2010), i tifosi del Milan rischiano di vivere riguardo la questione Leonardo. Un lungo viaggio quello del brasiliano e il Milan, un percorso fatto di emozioni, sentimento, trionfi acquisiti e mancati: iniziato come giocatore, proseguito poi come dirigente e allenatore. Un percorso che molti indicano come già terminato, un'esperienza che sicuramente sta offrendo più di quanto tutti si aspetavano. Il tecnico rossonero ha voluto chiarire ogni equivoco, per sua ammissione: "Pensando alla stampa e tutte le voci che si potevano levare ho voluto darvi una risposta". Dunque onde evitare ricami, meglio spazzar via ogni dubbio. Smentita, una parola che al Milan negli ultimi anni è suonata sempre al contrario. Inutile citare mille e più esempi, basta tirare in ballo il tormentone Kakà e tutti possono trarre conclusioni.
Viene da dire: "Leo se ci lasci non vale", sì perchè con una squadra logorata dagli infortuni e priva di quei tasselli fondamentali (richiesti e non avuti) per il gioco voluto dal mister de Araujo, il Milan si trova li, terzo in classifica distante dalla prima, ma non umiliato come successo fino ad un anno fa. Questa situazione sommata alle occasioni mancate (che avrebbero lanciato i rossoneri in testa con qualche punto di scarto), aumentano sì il rimpianto, ma danno idea che la base su cui lavorare è buona. Leo ha qualche responsabilità riguardo i match-point falliti: cambi tardivi, qualche intuizione non fortunatissima, ma è altrettanto vero che non è il solo a dover riflettere. Una campagna acquisti a dir poco striminzita, infortuni determinanti e frequenti come le domeniche in un mese (con acquisti mirati si sarebbe potuto superare il black-moment), non sono colpe imputabili al tecnico. Dunque separarsi al sorgere della nuova stagione, è un po' come buttar via quanto di buono creato nell'anno corrente. Sicuri che altri possano fare di più, contando su una campagna acquisti che dovrà essere quanto mai mirata e basata sull'estro e inventiva della dirigenza? La schiarita di ieri potrebbe essere solo una quiete apparente, sicuramente ad oggi l'orizzonte milanista risulta più nero che rosso. Nessun intento nel diffondere pessimismo, il grigiore è dato dalle tante incognite che stanno caratterizzando il futuro del Milan che verrà, futuro che dovrà essere disegnato dalla dirigenza, quale scenografia principale di quel teatro chiamato San Siro. Difficile capire oggi, se l'opera verrà rifinita dalla mano estrosa di Leonardo Nascimento de Araujio, o se qualcuno completerà la bozza rossonera, lasciando ai tifosi milanisti solo il ricordo di quel Leonardo Dai Vinci.

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