Milan, un mercato senza sogni (e senza soldi)

Milan, un mercato senza sogni (e senza soldi)MilanNews.it
venerdì 23 aprile 2010, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
Giornalista Mediaset dove lavora tutt'ora come redattore e inviato, dal 1991 al 1996 è stato caporedattore di Tele+. Opinionista presso l'emittente Telenova, è ospite di Milan Channel.

I blog, i social network, i siti sportivi, le postazioni mail delle televisioni pubbliche e private, sono sommersi dai messaggi dei milanisti che fanno domande sul mercato che li attende. Qualche collega che se ne occupa tende a credere che ci sarà, un mercato, per il Milan. E allora snocciola qualche nome: ancora ‘sto Dzeko, Valdes, Eder, Buffon, Criscito, Kjaer. Nemmeno loro, i giornalisti che si occupano di mercato, si vogliono rassegnare all’idea che il budget anche in questa stagione sarà di euro 0,0 (zero virgola zero).

Che cosa abbia portato a questa apatia totale da parte di Berlusconi, è francamente molto difficile da capire. La storia dei figli arrabbiati è una palla: Piersilvio e Marina sono arrabbiati per gli sprechi, non per gli investimenti. Il Milan da 25 anni è un motivo di prestigio per la famiglia. Che senso avrebbe bacchettare un uomo che ha vinto tutto con la società rossonera, nella vita ha guadagnato una fortuna e fa guadagnare loro, ha più di 70 anni, compra ville da 50 milioni ciascuna, una dietro l’altra, e ha un patrimonio personale che di Milan potrebbe gestirne 3 o 4?

Prendersela con Adriano Galliani del resto non è giusto e non ha molto senso: lui in questi anni i contratti firmati da giocatori e società li ha portati eccome ad Arcore, ma se li è visti stracciare in faccia. Zambrotta (2006), Buffon, Cissokho, Ibrahimovic, Dzeko… Gente già pronta per le foto ufficiali, ma poi Galliani è stato costretto a ripiegare su anziani a parametro zero ed è questa anche la campagna acquisti che attende il club la prossima estate.



Si può obiettare che bisognerebbe puntare sui giovani e siamo d’accordo. Preferiamo, lo abbiamo scritto 7 giorni fa, Darmian, Albertazzi, Strasser, Verdi a Yepes, Emerson, Marcio Amoroso. Però ricordatevi che fine hanno fatto in questi anni fenomeni come Andreolli, Santon, Giovinco, ora Candreva, e pensate alle difficoltà (fisiche) di Paloschi o al caso-Balotelli. Pensate al Milan e a Dalla Bona, Donati, Pozzi, Graffiedi, Marzoratti… Ci vogliono equilibrio, pazienza e un po’ di fortuna. Ma il mercato per costruire una grande squadra si fa con altri giocatori. Grandi giocatori, appunto, Per i quali ci vogliono soldi che il Milan non ha più voglia di spendere e che non spenderà. E nessuno si illuda nemmeno con Valdes, Kjaer, Eder: non sono grandi, ma costano anche loro come se lo fossero.

Il rischio semmai è quello di perdere altri calibri, Ronaldinho e Pato in primis. Il Gaucho è attirato dal City e disamorato dallo stesso presidente rossonero, che lo chiama ogni 10-15 giorni per incoraggiarlo, ma alle richieste di rinforzi del giocatore (che le sue promesse estive le ha mantenute in pieno) cambia discorso. Il Papero ha paura che oltre ad essere finito un ciclo infinito di 22 anni, ne sia iniziato uno senza ritorno. Tutti al Milan sanno che questo 3. posto è frutto del campionato dell’Inter più che dai loro meriti: avessero fatto i punti delle ultime stagioni i nerazzurri, la chimera scudetto sarebbe finita ben prima di questo tragico ciclo Napoli Parma Lazio Catania e Sampdoria (3 punti in 5 partite di cui 3 in casa).

L’arrivo degli arabi in società è congelato: non si vende a 400 milioni il 40% di un marchio, anche se è quello del “club più titolato al mondo”. Ci vogliono proprietà immobiliari e il centro sportivo di Milanello ne vale a dire tanto un decimo. Ci vuole lo stadio di proprietà, per cui da un anno proseguono le ricerche nell’hinterland per indivudare l’area. Lo Stadio Emirates di proprietà dei nuovi azionisti rossoneri darà un colpo di vento deciso a questo clima di depressione: quanto tempo e quante vittorie dell’Inter, o di altri, ci vorranno?

Nel frattempo il clima politico intorno a Berlusconi, senza avversari, è quello di un accerchiamento: appena Paolo Maldini è stato accostato al club di via Turati per un ritorno da dirigente, scatta un’indagine. Mentre le intercettazioni di gente che aveva incarichi un po’ più importanti di Meani, riposano in pace.