Settore Giovanile: il restyling ha funzionato

Settore Giovanile: il restyling ha funzionatoMilanNews.it
© foto di Veronica Giugne
venerdì 11 giugno 2010, 14:00News
di Pietro Mazzara

Mai come in questa stagione, il settore giovanile del Milan ha attirato su di se le attenzioni dei media e dei tifosi, troppo spesso abituati a guardare alle vicende della prima squadra. L’anno scorso di questo periodo, Adriano Galliani si sedeva intono ad un tavolo con Ariedo Braida e Filippo Galli insieme ai quali dava vita alla nuova struttura piramidale delle giovanili rossonere, ponendo l’ex difensore al vertice di quella che è stata ridefinita una “società interna alla società”. Dopo pochi giorni entrava a far parte del progetto un grande conoscitore del calcio giovanile ed un grande osservatore, Mauro Pederzoli che, di fatto, divenne il braccio destro di Galli. L’idea dei vertici di via Turati era quella di ristrutturare in toto il proprio settore giovanile dando vita ad una serie di attività volte al miglioramento delle strutture a disposizione delle varie squadre e mandando i propri tecnici a specifici corsi di aggiornamento per migliorare le loro basi.

Oltre all’aspetto tecnico, è cambiata anche la tipologia della comunicazione inerente il settore giovanile, con la creazione di un ufficio stampa specifico che ha aperto le porte a tutti gli organi di informazione, con una particolare attenzione alla primavera, la squadra sulla quale la società ha investito maggiormente anche sul mercato. I risultati sono stati più che soddisfacenti visto che proprio la formazione di Stroppa ha portato a casa la coppa Italia di categoria dopo 25 anni di assenza, un successo amplificato dal fatto che è stato ottenuto a San Siro davanti a circa 8 mila persone, un pubblico imponente se si tiene conto della media degli spettatori delle gare di campionato. La Beretti, altra squadra molto interessante, non è riuscita a bissare il titolo dello scorso anno ma è pur sempre arrivata alla finale scudetto, persa contro una delle grandi del settore giovanile, l’Atalanta. Il progetto prevede l’approdo in prima squadra di almeno cinque giocatori provenienti dal vivaio entro i prossimi tre anni ma alcuni prospetti sembrano aver bruciato le tappe.