Il caso Ibra accende gli animi: tutti ne parlano, Galliani tace. Perché?

Ariedo Braida parla, anzi, letteralmente tuona. La stampa iberica e italiana si sbizzarrisce con titoloni in prima pagina. Mino Raiola, tra smentite e porte lasciate più o meno aperte, ha più volte detto la sua, anche in questi ultimi giorni. I tifosi, dal canto loro, non stanno nella pelle, trasformando le classiche chiacchierate pallonare al bar in un vero e proprio talk show a forti tinte svedesi, con il mago Ibra al centro delle discussioni. Tutti parlano, dunque, provano a metterci quantomeno il becco.
Tutti tranne uno, che, al momento, è trincerato dietro uno strano muro del silenzio: è Adriano Galliani, "tacito" amministratore delegato rossonero, ormai lontano dai microfoni da una buona manciata di settimane. Che stia lavorando sotto banco, schivando i taccuini, dribblando le indiscrezioni, sfidando nell'uno contro uno i rumors? I sostenitori del diavolo se lo augurano. Braida, con ogni probabilità, ha già detto tanto (forse troppo?), proprio come accadde durante la trattativa che portò a Milanello il Gaucho Ronaldinho: allora, infatti, fu il direttore generale rossonero ad aprire per primo al fuoriclasse del Barça, anticipando tutti. Un Dinho bis? Beh, di certo non guasterebbe, anzi... Quindi tutti zitti please, per ora è meglio non disturbare il dirigente che tace.

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