Milan, due punti buttati nel ces...tino

Milan, due punti buttati nel ces...tinoMilanNews.it
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lunedì 29 novembre 2010, 00:00Editoriale
di Andrea Distaso
Nato a Milano l'08-07-1983, lavora come redattore e telecronista presso l'emittente internazionale Eurosport. Collabora come telecronista del campionato di serie A anche per Infront

Soprattutto in giornate come queste, quando quasi tutte le tue avversarie dirette (tranne l'Inter) girano più o meno a vuoto, bisogna saper cogliere i lati positivi di una prestazione convincente per personalità e padronanza del gioco. Ma proprio perché le tue dirette concorrenti non hanno trovato ancora la quadratura del cerchio, il pareggio di Marassi aumenta i rimpianti per quella che poteva essere tranquillamente una vittoria che avrebbe segnato la prima minifuga del campionato.

Il Milan di Genova ha recitato un copione ormai ben noto, ha preso le misure all'avversario dopo averlo studiato e lo ha colpito prima dell'intervallo. Di pericoli, manco a parlarne; sto diventando noioso a furia di ripetere che la nuova mediana tutta grinta e muscoli ha rappresentato il vero motivo di svolta, ma il primo ad essersi accorto del felice cambio di tendenza è stato Abbiati. Nelle primissime domeniche della stagione non c'era partita in cui il nostro portiere non dovesse chinarsi per raccogliere almeno un pallone alle proprie spalle, mentre nelle ultime settimane la coppia Nesta-Thiago Silva finalmente non si sente più così sola.

Continuano invece le difficoltà in fase offensiva. Risolto paradossalmente il problema più serio, da qualche partita di troppo perdura questa pericolosa tendenza ad “accontentarsi” del golletto che sblocca l'incontro e che molto spesso è risultato sufficiente a portare a casa l'intera posta. In altre circostanze la scarsa lucidità sotto porta non ha inficiato il risultato finale, sabato la prodezza di Pazzini ha riportato tutti quanti alla realtà. Quando ti dimostri così superiore rispetto al tuo avversario, non sono tollerati cali di tensione o momenti di presunzione che, prima o poi, si pagano molto cari.

Tanto più che, dopo un piccolo momento di sbandamento successivo al pareggio doriano, il Milan è tornato saldamente in possesso del pallino della partita e avrebbe potuto colpire in un paio di circostanze ma è venuto a mancare il killer instinct necessario. Rabbia, dunque, per quello che sarebbe potuto e non è stato e un dubbio grosso come il mondo che aleggia ancora nella testa. Avendo una panchina di buonissima qualità a disposizione e giocatori in grado di cambiare il volto alla partita come Ronaldinho, perché dare vita a quel ridicolo teatrino che è stato messo in scena con la doppia sostituzione in casa rossonera negli ultimi 4' di partita? Sicuri che, con qualche correttivo in corso d'opera, non si potesse facilitare ai giocatori in campo il compito di centrare la quinta vittoria consecutiva in campionato?