Lentini, dal suo dramma a Materazzi: "Non è un giocatore di calcio"

Lentini, dal suo dramma a Materazzi: "Non è un giocatore di calcio"MilanNews.it
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venerdì 25 febbraio 2011, 12:30News
di Claudia Di Biasi
fonte lastampa.it

Ala vecchio stile, cresce e si afferma nel Torino allenato da Emiliano Mondonico. Con i granata si afferma come una delle ali più esplosive nell'intero panorama europeo raggiungendo la finale di Coppa UEFA ed il terzo posto in campionato nella stagione 1991/1992. Nel 1992 Milan e Juventus si contendono il cartellino del giocatore, che alla fine viene acquistato dai rossoneri del presidente Berlusconi, tra il clamore del tifo granata (in rivolta verso la società e lo stesso giocatore) e della stampa (il cartellino fu pagato 18,5 miliardi di lire, una cifra record per l'epoca). Dalla cavalcata un po' bolsa ma irresistibile e dalla classe nitidissima diviene titolare nel Milan stellare di Capello, dopo ciò, solo ricordi amari, molto. Di storie, fatti, emozioni e ricordi da raccontare ne ha tanti, specie ora che è nel dimenticatoio. Dalla sua esplosione a Torino all'incidente d'auto che lo fece finire in coma e compromise irrimediabilmente la sua carriera, passando per le persone che lo hanno aiutato e quelle che invece hanno fatto di tutto per farlo sprofondare in un incubo di frustrazioni e amarezze: Gigi Lentini si racconta oggi su Premium Calcio, alle 21, ai microfoni de "La tribù del calcio", la rubrica curata da Paolo Ziliani. E sono ricordi segnati dall'amarezza. Enorme.
L'ex giocatore di Toro e Milan riparte dalla notte del 3 agosto 1993, quando di ritorno da un'amichevole giocata dai rossoneri a Genova, si schianta con la sua Porsche a Villanova d'Asti e finisce in coma (accade perché avendo sostituito una gomma forata con il "ruotino", spinge troppo sull'acceleratore e si schianta a quasi 200 km all'ora, salvandosi per miracolo). "Dopo l'incidente non riconoscevo più le persone e le cose, ricominciai a parlare come un bambino - racconta - Ora posso dirlo, quell'incidente ha bruciato in un attimo la mia carriera. Mi ha tolto tutto".
E sottolinea che anche le persone, però, hanno inciso, nel bene e nel male. Lentini ricorda Fabio Capello.

"Anche lui ha contribuito a stroncarmi - continua -. Nella finale con l'Ajax, nel '95, stavo veramente bene, ma lui non mi fece giocare: quella notte, a Vienna, decisi di mollare per sempre il grande calcio. Avevo 25 anni".
Un altro personaggio del calcio che Lentini ricorda poco volentieri è Marco Materazzi, oggi bandiera dell'Inter. "Non ci sono le parole per descriverlo - dice Lentini -. Una persona sleale. A quei tempi in campo c'erano meno telecamere e lui faceva di quelle cose che non si possono raccontare. Non è un giocatore di calcio".
Lentini racconta anche la grande sofferenza interiore patita al momento del passaggio dal Torino al Milan. "Lo ricordo come se fosse adesso, mi sentivo un traditore - ammette - Poi però è successo che ci siamo rimessi insieme, e anche il Toro mi ha scaricato. Avevo 31 anni, ero ancora giovane".
La figura forse più importante nella sua carriera è quella di Emiliano Mondonico: le loro strade s'intrecciano di continuo. "Mondonico è stato come un padre, per me - riconosce Lentini - l'ho amato e odiato. Ci insultavamo tutti i giorni".