Il Grinta

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© foto di ALBERTO LINGRIA
venerdì 25 febbraio 2011, 18:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Quando Charles Portis, negli anni sessanta, pose mano alla macchina da scrivere per "True Grit", caratterizzò il suo protagonista come un uomo duro, feroce, ma anche giusto e dedito alla causa. Ruolo portato alla perfezione al cinema prima da John Wayne nel 1969 e, attualmente, da un grande Jeff Bridges diretto dai brillanti fratelli Coen. Lui non impugna le colt, non cerca assassini lungo il territorio indiano e non si sposta a cavallo: ma, parimenti al famoso sceriffo, ha grinta, estrema grinta. Kevin-Prince Boateng, acquisito in agosto dalla dirigenza rossonera, ha subito conquistato la folla per la sua verve combattiva e battagliera: lo definivano come un'anarchico, ma il roccioso incursore si è conquistato con merito un posto da titolare, prima come mezz'ala e poi come trequartista. Decisivo come non mai nel dicembre del 2010, ha dovuto alzare bandiera bianca per una tendinopatia fastidiosissima, costretto ad uno stop forzato per circa due mesi.

Un lungo periodo in cui il Milan, seppur risolvendo la maggior parte delle contese, ha sofferto incredibilmente l'assenza del suo numero 27, autentica furia sul terreno da gioco. A Verona è tornato e, nel finale, ha saputo dare lo sprint decisivo per risollevare un centrocampo che sembrava ormai spento. Linea mediana in cui, nella prossima supersfida contro il Napoli, dovrebbe inserirsi finalmente dal primo minuto, cercando di offrire quel carisma che, in gare simili, è un'arma fondamentale. Lui è amato, la folla lo venera e i compagni lo ammirano: lunedì non alzerà al cielo nessun Oscar al Kodak Theatre degli Academy Awards, ma in serata uscirà col fuoco agli occhi dal tunnel degli spogliatoi, perchè lui ha grinta!