Il generale Massimo ha parlato: "Al mio segnale scatenate l'inferno". Lotta tra belve e gladiatori nell'arena dell'Olimpico in attesa dello sbarco di Palermo

Il generale Massimo ha parlato: "Al mio segnale scatenate l'inferno". Lotta tra belve e gladiatori nell'arena dell'Olimpico in attesa dello sbarco di PalermoMilanNews.it
© foto di Giulia Polloli
sabato 7 maggio 2011, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli
Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Tuttoverbania.com ed EcoRisveglio.

Il countdown è ormai giunto alla fine. Siamo entrati nella giornata che, per i più, sarà quella determinante, gloriosa, come la cavalcata trionfale che porta l’esercito di Allegri a marciare imperterrito su Roma, la città eterna che potrebbe consacrare la vittoria rossonera.
Roma che attende il Milan con il coltello tra i denti, con Totti che dovrebbe essere il perno della formazione giallorossa e con “l’aeroplanino” Montella pronto a piombare in picchiata sulla squadra di Allegri. L’obiettivo Champions è la motivazione più importante per la squadra capitolina che non sembra digerire il ruolo di comparsa, in quella che invece è stata dipinta come la partita della consacrazione del Milan.
Tutto il Milan parte alla volta della capitale, perché se l’obiettivo verrà raggiunto sarà festa per tutti. Anche Filippo Inzaghi, dunque, e la sua assatanata voglia di gol sarà tra gli uomini presenti, ancora senza sapere chi in tribuna e chi a disposizione di Allegri, ma comunque tutti stretti in un abbraccio rossonero. E intanto lentamente si prepara un’altra orda barbarica, “lanzichenecchi” al soldo dell’amore rossonero che stanno raggiungendo la città Santa per inneggiare ai colori tanto amati.
Sono previsti più di diecimila fedeli “cuori rossoneri” sugli spalti dell’Olimpico, stadio che sarà protagonista anche della finale di Tim Cup, obiettivo che nei discorsi di Allegri sembra aver ormai sostituito la pratica scudetto, che potrebbe essere abbondantemente archiviata nelle prossime ore.
Martedì infatti il Milan avrà una “mission impossibile” ovvero stregare, con una prestazione eccellente, lo stadio inviolabile di Palermo.
Forse che questo faccia fare delle scelte strategiche in odore di turn-over?
No. Le indiscrezioni filtrate fino ad ora fanno presagire una partita giocata con tutti i migliori dei reparti pronti a suggellare con una prestazione encomiabile, il loro nome negli annali rossoneri.
E se Ambrosini ironizza sul futuro, “più che Ganso servirebbe un giardiniere”, alludendo al fondo problematico di S.Siro, qualcun altro è proiettato in un futuro che, per il bene del calcio, dovrebbe essere sempre più prossimo. Intitolare lo stadio a Silvio Berlusconi? Si, ma non oscurando la targa di Meazza, che già comunque in casa rossonera ha sempre avuto poca fortuna, visto che il santo protettore delle gare interne del Diavolo è e rimane S.Siro. Piuttosto comincia a farsi sempre più assillante l’idea di un nuovo stadio, moderno e soprattutto di proprietà, da poter gestire in autonomia e da poter sfruttare in ogni senso: marketing docet, come già all’estero.
Ma torniamo speditamente a tutto ciò che la sfida che andrà in scena questa sera nasconde o ripropone.
E’ degli ultimi giorni infatti la voce che rivuole Borriello al Milan. Storia tormentata quella dell’attaccante che si accasò a Roma durante l’ultima giornata di mercato. Scontento di non rientrare nei piani nemmeno di Montella, il bel Marco sembra essere tentato dal ritorno di fiamma, visto che comunque il suo riscatto a fine anno non è paragonabile ad un pugno di noccioline.
A Roma torna Ibrahimovic dal primo minuto e dopo la squalifica incontrerà ancora una volta, sulla sua strada, l’arbitro che gli comminò le giornate di riposo forzato, quel Morganti che però non sembra suscitare nessuna emozione allo svedese di ghiaccio. Le voci sul suo futuro si rincorrono, ma è proprio Allegri a confermare la sua presenza nel Milan del futuro. Perché di questo stiamo parlando.

Il Milan sta tentando di rimodernare la propria ossatura, il proprio zoccolo duro, composto da giocatori che oltre all’esperienza, hanno la bacheca stracolma di trofei. Qualcuno sembra dovrà lasciare il club, e il nome più gettonato, ancora una volta, sembra essere Andrea Pirlo. Il regista, che con Allegri non avrebbe un posto da titolare inamovibile, ma che, soprattutto, dovrebbe rinunciare a una buona fetta di stipendio, sembra stia sventolando il fazzoletto, non per la “pañolada” stile nerazzurri, ma per salutare i suoi tifosi.
Altri dubbi, se ne chiacchiera da settimane, sono legati alle riconferme di Gattuso e dello stesso capitano, Massimo Ambrosini, che quest’anno potrebbe alzare al cielo il tricolore.
In chiave mercato si vocifera che ci sono obiettivi cari ad Allegri a cui il Milan sembra voler arrivare: primo tra tutti Lazzari, già protagonista delle voci durante il mercato invernale. Il centrocampista ha tra le sue doti quella di poter interpretare più ruoli e quindi potrebbe essere un’arma vincente da avere pronta in canna.
Se poi come sembra, il Milan il prossimo anno vorrà tornare protagonista su tutti i fronti, è normale pensare a quale sarà il costoso regalo berlusconiano: Ronaldo è ancora sulla cresta dell’onda, Kakà che a Madrid galleggia con l’acqua alla gola, potrebbe tornare in “patria” e dimostrare al Mou-ndo intero che non è giocatore da panchina. E poi sembra svanire l’affare Hulk, per l’entità dell’investimento, ma soprattutto per il fatto che Ibrahimovic non ha alcuna intenzione di lasciare casa rossonera e quindi la spesa per il suo vice dovrà essere più esigua. Titolari inamovibili dunque, che nel mercato lasceranno ampia scelta alla società di via Turati, per la ricerca di uomini da utilizzare part time, o, invece, posti vacanti (se davvero qualcuno lascerà la sua postazione storica) da riempire con campioni degni dei precedenti. Chi al posto di un Seedorf? E chi al posto di chiunque dei giocatori che hanno fatto la storia di questo Milan? Corsi e ricorsi storici ci insegnano che ci vogliono mesi per adattarsi ai nuovi compagni, ai nuovi schemi, ad un nuovo calcio. Perché i nomi illustri arrivano da fuori i confini italiani.
Berlusconi ha fatto promesse che manterrà: io continuo a sognare. Un difensore che possa cavalcare la fascia, un centrocampista che possa articolare intricate manovre senza dare riferimenti agli avversari, un attaccante che possa chiudere le questioni tridentine da associare a Ibra e Pato, per quel che mi riguarda titolari, “finchè morte non ci separi” della postazione avanzata.
Inutile sparare cartucce prima di averle almeno caricate in canna. Il target è ancora offuscato dalle dinamiche delle ultime gare, sia italiane che non. Ma soprattutto il mirino ora è ben posizionato: lo stadio Olimpico tra un po’ farà concorrenza al Colosseo della Roma che fu, i gladiatori saranno in campo contro le belve affamate. E allora, cari rossoneri, concludo con le parole di un Massimo ben noto: “Al mio segnale, scatenate l’inferno”.