Milan, che tonfo! Mister, Mazzarri questa volta è professore. Intanto Galliani già opera sul mercato

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lunedì 19 settembre 2011, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
Giornalista pubblicista, vice-direttore di MilanNews.it. Corrispondente e radiocronista per l'emittente radiofonica nazionale Radio Sportiva. Opinionista per Odeon TV e Milan Channel. Inviato al seguito della squadra. Collabora con Sportitalia.

Un inizio di campionato non certo esaltante quello che ha intrapreso il Milan campione d'Italia in carica. Una squadra che, a livello difensivo, sembra essere tornata quella dell'anno scorso, troppo aperta dietro ai contropiedi avversari e contro il Napoli si sono visti molti capovolgimenti di fronte che hanno portato al gol del raddoppio di Cavani con un'azione che ha ricordato quella messa in atto l'anno scorso, di questi tempi, dal Cesena con Giaccherini che sembrava il fratello basso di Bolt. Il pareggio di Barcellona, arrivato in extremis grazie alla capocciata di Thiago Silva, va assolutamente rivalutato di fronte all'8 a 0 rifilato dai catalani all'Osasuna. La mazzata del San Paolo deve far aprire gli occhi a tutti su un problema oggettivo che sta colpendo la squadra: non si corre o meglio, si corre più lenti degli altri. La Lazio nei primi 25' minuti della prima sfida di campionato, il Barcellona e il Napoli hanno evidenziato come i giri nel motore vadano aumentati a stretto giro di posta e il polmoni infiniti di Kevin-Prince Boateng non possono sempre mascherare quella che è una falla che da anni caratterizza lo stile di gioco dei rossoneri.

Vedere la classifica oggi fa veramente paura, con la Juventus e il Napoli a punteggio pieno, a +5 dopo due giornate, deve far scattare la molla dell'orgoglio in tutti quei giocatori che dicono di avere ancora fame. La coabitazione con l'Inter, più disastrata di noi sotto ogni punto di vista, non deve far sorridere ma deve far capire che bisogna lavorare sodo per tornare lassù dove, in teoria, si dovrebbe stare e gli infortuni non possono e non devono essere una scusante perché quando ti chiami Milan le giustificazioni alle quali appigliarsi sono davvero poche e c'è da dire che il passivo maturato a Napoli poteva essere ancor più grande se non fosse stata per la mancata precisione sottoporta degli altri attaccanti azzurri che non rispondano al nome di Edinson Cavani.
Esultare per il pari del Camp Nou è stato giusto e legittimo ma la carica positiva vista fino al gol di Aquilani è scemata via dopo il pareggio del numero 7 partenopeo che ha fatto affondare, sotto altri due colpi, la frastornata ciurma milanista con un comandante di vascello, Allegri, che, a mia modesta opinione, ha aspettato troppo ad effettuare i cambi, confermando una delle pecche che gli vengono accreditate dai tempi di Cagliari. Il tempo per migliorare c'è ma occorre farlo subito perché quest'anno, rispetto a quello passato, gli altri corrono di più.

Intanto per il mercato di gennaio sembra ormai fatta per Montolivo che ha rotto con la Fiorentina ma un vice Ibra, adesso si, è necessario per sopperire all'assenza dello svedese.