Galliani sullo "stadium" bianconero: un unicum. Ma sogna la finale di Champions a S.Siro. Ibra e Cassano: l'intesa nel gol. Alle spalle pronto Boateng
Juventus - Milan non è la solita partita di campionato. Questa sfida trabocca di storia, a tratti epica. La Vecchia Signora e il Diavolo, in un incontro che di galante avrà ben poco, ma che di certo farà parlare per giorni: comunque vada. Le due squadre più seguite in Italia, colori che si intrecciano e che grazie alla qualità dei pittori in campo diventeranno, come sempre, opere d’arte. Pennellate sopraffine, che in casa Juve al momento sembrano essere affidate a Pirlo, grande ex della gara, con un Del Piero che appare relegato in panchina, quasi fosse uno qualunque. Lo sostengo da sempre: queste sfide hanno bisogno di campioni e Del Piero incarna nell’immaginario collettivo la figura del vecchio saggio, colui che ha sempre il consiglio giusto da dare ai compagni, colui che con un gioco di prestigio può inventare traiettorie insidiose. Non l’ha chiamato “Pinturicchio” il tanto amato Avvocato? Ma l’anagrafe a volte prevale sulle scelte tecniche. Forse meglio per il Milan, che avrà un ostico avversario in meno di cui preoccuparsi, ma a perderci è di certo lo spettacolo. In casa Milan invece le cose andranno diversamente. Ibrahimovic è tornato ed è pronto ad affrontare uno stadio “contro”. Lui si, dopo le note vicende, ha lasciato un retrogusto amaro alla cara Vecchia Signora. Un pubblico che di certo non mancherà di fargli ricordare il rammarico vissuto al suo cambio di fronte, nel momento del bisogno: ma questo è un vantaggio. Ibra si carica, gli si iniettano gli occhi di sangue vivo quando nella sfida c’è tensione e diventa, se ce ne fosse bisogno, a dir poco devastante in campo. Le grandi sfide esaltano gli eroi e Ibra dei rossoneri è l’idolo, il talismano, il punto di riferimento. Ma non di solo Ibra vive il Milan. Al suo fianco ci sarà Cassano, ritrovato, rinnovato, rasserenato. Un’intesa che lascia poco al caso quella con lo svedese, un dialogo ininterrotto, una tensione agonistica sempre pronta ad essere trasformata in azioni leggendarie.
E ritorna anche Boateng, nel ruolo che più gli confà, in quella posizione che l’ha reso devastante nella scorsa stagione facendolo balzare agli onori delle cronache come uno degli acquisti più azzeccati di questo Milan. Ma consentitemi: se di acquisti azzeccati bisogna parlare allora spezzo una lancia a favore di quello che in molti davano come un rattoppo. Contro il Viktoria Plzen uno dei migliori in campo. Un faro nella nebbia, una boa da aggirare, a fatica, un mix di esperienza, potenza e genialità calcistica.
Questo è, ovviamente nel mio soggettivo giudizio, ciò che mi sento di dire su Van Bommel. Colosso olandese, centrocampista di qualità, giocatore affidabile. Un po’ nervoso o forse troppo deciso negli interventi, che spesso gli costano cartellini gialli sventolati in faccia, ma un giocatore imprescindibile per questo Milan orfano di tanti campioni. Allegri non lo risparmierà nemmeno domenica, così come non si priverà di Nesta, che vive l’ennesima primavera e di Seedorf. Il Professore non ha bisogno di troppe parole, basta ricordare la standing ovation dedicatagli dal pubblico di S.Siro alla sua uscita dal campo mercoledì sera.
Allegri ora comincia ad avere un panorama più preciso delle forze a sua disposizione. Dalla teoria si è passati alla pratica. La crisi da infortuni si è risolta a favore della possibilità di inserire in mischia, da subito, le pedine a disposizione come eventuali “riserve di “ e ha dato la possibilità al tecnico livornese di creare scenari eterogenei.
Tornando alla partita di domenica, la più attesa, non ci sono pronostici. Più che in tante altre occasioni ogni risultato è possibile. Di fronte le squadre che hanno fatto la storia del nostro calcio. Per tradizione e per vittorie. Due squadre che hanno sicuramente impegni e obiettivi diversi in questo anno calcistico: la Juve pronta a dare l’assalto al campionato, data per favorita, con Conte che scalpita in cerca della definitiva affermazione. Questa è la partita giusta per lui, che nonostante abbia frenato gli entusiasmi vorrebbe ricalcare il percorso del suo antagonista Allegri: esordio con scudetto. Conte dovrà stare attento a non cedere alla pressione mediatica, a quella che gli chiede di stravolgere il suo credo calcistico.
Il tutto in uno stadio nuovo di zecca, che tanto fa sognare anche Galliani che però, laconico, afferma che l’Italia ancora non è pronta ad emulare ciò che di positivo han fatto a Torino. Il suo sogno di avere uno stadio di proprietà è destinato a rimanere tale per molto tempo ancora. Anche se l’amministratore delegato farà il possibile per rendere S.Siro agibile per ospitare quel sottofondo musicale che tanto gli fa vibrare ogni muscolo: la finale di Champions a Milano è un obiettivo perseguibile. Ne va del prestigio della nostra Nazione e del nostro calcio. Prestigio che per ora, ancora una volta, viene affidato alle storiche contendenti del nostro campionato. Sedetevi comodi, lo spettacolo abbia inizio.
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