Gli opposti si attraggono
Le parole di Zlatan Ibrahimovic hanno sollevato polemiche ed acceso discussioni, hanno messo in apprensione tifosi rossoneri ed amanti del calcio, hanno scatenato la critica, pronta a scagliarsi contro il “viziato” di Malmoe.
Le parole di Pippo Inzaghi non fanno più scalpore, l’eterno Peter Pan rossonero ha ammesso ancora di sentirsi un ragazzino, a 38 anni continua a vivere per quell’effimero piacere che solo un gol sa regalare.![]()
I due bomber rossoneri rappresentano realtà diverse, si calano in contesti diversi, cresciuti in maniera opposta, giocatori mossi da motivazioni differenti. Il primo gioca per il colpo, per la giocata che strappa applausi e lodi, il secondo cerca sempre e solo l’urlo di una folla, cerca l’odore di cotone e cuoio di una rete scossa da un pallone.
Zlatan Ibrahimovic ha necessità di sentirsi il migliore, lavora per questo, ma se i complimenti diventano quotidianità smettono di sortire qualsiasi effetto, Ibracadabra è sazio, saturo, ha necessità di nuovi stimoli, di rinverdire la fame che lo spingeva da ragazzino.
SuperPippo Inzaghi cerca solo l’esplosiva emozione di un pallone che varca la linea, sensazione mai uguale, l’espressione massima del calcio, quella che non tramonterà mai, perché cambiano moduli e stili di gioco, ma il pallone in fondo al sacco resta l’essenza del gioco più bello al mondo, Pippo ha bisogno del campo, ha bisogno del gol.
Zlatan Ibrahimovic e Filippo Inzaghi hanno obiettivi diversi, ma lavorano allo stesso modo per ottenerli, professionisti incredibili, perfezionisti “maniacali” del lavoro, due stakanovisti del pallone così simili eppure talmente distanti da apparire opposti.![]()
Il Milan staziona in mezzo alle due personalità, Allegri dovrà saperne sfruttare il lato migliore, dovrà pungolare i due protagonisti per trarre il massimo profitto dai loro servigi.
Pippo Inzaghi non merita di restare ai margini, non è ancora finito, lo mostrano le sue parole, lo palesa la voglia con cui si allena e segna in partitella, lo attesta la rabbia per l’esclusione dalla Champions League. Zlatan Ibrahimovic merita continuità, sa essere fondamentale, nonostante la presunta “stanchezza”, necessita di stimoli, di essere spronato, di ritrovare quella fame che l’ha reso immenso protagonista del calcio moderno.
Ibra e Pippo non hanno quasi mai giocato insieme, l’hanno fatto contro i galacticos di Mourinho lo scorso anno, annichilendo una difesa apparsa impenetrabile sino a quel momento. Sono così diversi eppure così vicini, hanno caratteristiche opposte, ma, come l’universo ci insegna, gli opposti si attraggono sin dalla notte dei tempi. L’uno completa l’altro, l’uno mostra all’altro un lato diverso di quel gioco per cui hanno vissuto sino ad oggi, l’uno contraltare dell’altro, distanti lo spazio che passa dalla porta alla panchina, entrambi apparentemente spenti, ma che potrebbero accendersi insieme.
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