La premonizione di Allegri
Abbiamo ancora nelle orecchie le parole di Massimiliano Allegri alla vigilia di Fiorentina-Milan: “Preferisco vincere e giocar male, perché alla fine le vittorie che portano lo scudetto sono quelle che arrivano al termine di prestazioni poco esaltanti”. Non è una novità, anzi, in Italia è addirittura un dato di fatto: nella maggior parte dei casi, alla lunga lo spettacolo e il bel gioco non pagano.
Parole ormai datate, ma che al termine della sfida del Franchi hanno assunto le sembianze di una premonizione. A Firenze il Milan è riuscito ad imporre i propri ritmi e il proprio gioco, concedendo pochissimo agli avversari. Ha giocato bene, insomma, meritando una vittoria che un po’ per imprecisione, un po’ per la giornata disastrosa di Mazzoleni e colleghi, alla fine non è arrivata.
Guardiamo avanti, alla Champions,alla sfida più affascinante dell’anno, Milan-Barcellona: vincere vuol dire tanto, San Siro ribolle di adrenalina, in palio c’è il primato nel girone, dunque il Milan scende in campo convinto di poter complicare i piani di Guardiola. Un botta e risposta entusiasmante, che delizia gli amanti dello spettacolo. Un buon Milan, che crea tanto però non vince, e guardandosi allo specchio dopo il doppio confronto scopre di aver giocato bene, portando però a casa sui sei a disposizione, un solo, misero punticino, che non rispecchia i meriti della squadra di Allegri, ma che di fatto conferma in pieno la teoria del tecnico toscano: in Italia il bel gioco non paga. Soprattutto se si costruisce una squadra che più che sullo spettacolo, punta sulla forza e sull’essenzialità.
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