Due sberle al Genoa ma c'è un "problema" Robinho

Due sberle al Genoa ma c'è un "problema" RobinhoMilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA
venerdì 2 dicembre 2011, 23:00Primo Piano
di Pietro Mazzara

Due notti da primi in classifica, Marassi espugnato e un nuovo squillo al campanello della Juventus per la vetta del campionato che, al momento, si ritinge di rossonero. I rossoneri, con una prestazione che non ha lasciato spazio ad alcun assalto del Genoa, torna dalla Liguria con tre punti fondamentali ottenuti con una manovra quasi sonnolenta che, tuttavia, ha rimarcato una superiorità schiacciante con gli inserimenti di Nocerino da sinistra verso il cono centrale della retroguardia genoana a fare da motivo principale nel primo tempo che ha visto l’ex palermitano come il giocatore più pericoloso della banda di Massimiliano Allegri che non ha concesso un tiro in porta agli avversari. Il possesso palla quasi sempre preciso, i cambi di gioco netti e costanti quasi con un movimento a tergicristallo, hanno fatto sbandare il Genoa di Malesani che, nonostante l’interruzione per gli scontri che ci sono stati fuori dallo stadio tra i tifosi genoani e la polizia con i primi che hanno provato a cercarsi rogne tentando di sfondare il cordone che portava al settore ospiti, non è riuscito ad approfittare di tale fatto per sovvertire l’inerzia di un match sempre e comunque nella mani del Milan. Il bandolo della matassa, l’episodio decisivo lo trova Ibrahimovic dopo 10’ della ripresa quando, dopo essersi liberato con un sombrero di Kaladze, viene steso in area dal georgiano che viene mandato sotto la doccia da Celi.

La trasformazione dello svedese è perfetta e mette la partita in discesa ma il match non si chiude subito a causa dello sciagurato Robinho che, come o forse peggio del Barcellona, manda in gradinata Sud da 1 metro il pallone al bacio di Aquilani confermando il suo non essere avvezzo ai gol da rapinatore dell’area. Lo stesso discorso non lo si può fare per Antonio Nocerino che, invece, sfrutta al meglio un pallone telecomandato di Kevin-Prince Boateng e lui si, a porta vuota, mette il match in ghiaccio per una vittoria che mancava dall’estate del 2007. Il Milan batte un colpo e dimostra che per scucirgli lo scudetto dal petto ci vuole ancora molto.