UN ANNO IN ROSSONERO - Aprile, estasi milanista: Leo perde derby e scudetto, il Diavolo vola nel segno di Pato, Seedorf e Robinho

UN ANNO IN ROSSONERO - Aprile, estasi milanista: Leo perde derby e scudetto, il Diavolo vola nel segno di Pato, Seedorf e RobinhoMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
domenica 25 dicembre 2011, 14:00News
di Matteo Calcagni

Aprile 2011 è stato "IL" mese rossonero per eccellenza: iniziato bene e concluso meglio, con un filotto di vittorie che è stato decisivo in ottica scudetto. Eppure l'eredità di marzo non era stata sicuramente positiva: il Milan aveva balbettato in campionato, pareggiando col Bari e perdendo a Palermo, privo anche del suo totem Ibrahimovic a causa dell'espulsione rimediata contro i pugliesi. Il 2 aprile arriva il derby, con i cugini nerazzurri in pieno entusiasmo, visti i soli 2 punti di svantaggio in campionato e la qualificazione ai quarti di Champions League. Il Diavolo, nonostante l'assenza del suo fuoriclasse svedese, riesce a sfoderare una prestazione super, battendo nettamente l'Inter per 3-0: è la sconfitta tattica di Leonardo, fischiato all'unanimità dal popolo rossonero, battuto sul campo e non solo. Max Allegri vince il suo secondo derby consecutivo, grazie alla doppietta di Alexandre Pato e al rigore finale di Cassano, poi espulso per una doppia ammonizione flash. Sarà l'inizio della decadenza nerazzurra: dopo la pesante debacle, infatti, il biscione riceve un'umiliazione ben più grave, facendosi dominare e sconfiggere in casa dallo Schalke 04, vittorioso a San Siro per 5-2. I tifosi rossoneri, che dopo la stracittadina pensavano di avere già lo scudetto in tasca, si devono presto ricredere: il Napoli non molla e, dopo una vittoria al cardiopalma con la Lazio, si candida come avversaria principe al tricolore. E' un gioco di nervi, a cui partecipa, forse inconsapevolmente anche Cesare Prandelli, schieratosi con una mezza battuta dalla parte dei partenopei. Galliani non gradisce e, senza mezzi termini, manifesta il suo più totale disappunto. Mentre il mercato inizia ad imbastirsi, tra Mexes (che si infortuna gravemente contro la Juventus), Taiwo e Ganso, i rossoneri non possono assolutamente rilassarsi: il campionato è ancora nel vivo e, a Firenze, il Milan è chiamato a ricacciare indietro l'undici di Mazzarri, vittorioso a Bologna senza il bomber Cavani. Missione compiuta anche al Franchi dove, nonostante un meritato 2-1 (reti di Seedorf e Pato), il popolo rossonero non può sorridere totalmente: Ibrahimovic viene espulso nuovamente, questa volta per insulti al guardalinee, con conseguente e lunga squalifica.

Zlatan rimedierà tre giornate (una per ammonizione su diffida e due per il cartellino rosso): una grave perdita, dato che Thiago Silva e compagni si apprestano a vivere altre sfide decisive. Dal Brasile continua il tormentone Ganso: il brasiliano pare ad un passo dal Milan e, nonostante gli ostracismi del presidente santista, la rottura con l'ambiente pare sempre più scontata. Arriva a San Siro la Sampdoria di Cavasin, in forte crisi di gioco e risultati: il Diavolo, già privo di Ibra, perde anche Pato per l'ennesimo infortunio muscolare, ma vince lo stesso. Ci pensa Seedorf a sbloccare la situazione con un calcio di punizione, seguito poi dalle reti della coppia Cassano-Binho. Il Napoli, il giorno successivo, è chiamato a ridurre il -6 in casa contro un'Udinese priva di Sanchez e Di Natale: non arriva la vittoria e nemmeno un pareggio, dato che gli azzurri vengono affossati dalle reti di Inler (il futuro) e Denis (l'ex). Ora la classifica è particolarmente sorridente ai rossoneri che, sei giorni dopo, saranno chiamati all'esame Brescia. La sfida al Rigamonti è tra le più complicate, vista la situazione traballante delle "V bianche" e i problemi in attacco del Milan: il Napoli perde a Palermo e fa un ulteriore regalo ai rossoneri, chiamati a vincere per cercare di blindare la pratica scudetto. La gara è difficile e tesa, il Milan crea poco e soffre, acciuffando la vittoria grazie ad una rete di Robinho nel finale: un gol che, a +8 dall'Inter e a +9 dal Napoli, mette una serie ipoteca sullo Scudetto. I tifosi, dalla loro, si augurerebbero di poter già festeggiare in casa col Bologna (il 1° maggio), ma Pazzini, il 30 aprile, decide di prolungare l'attesa milanista, condannando il Cesena con una doppietta nei minuti finali. Tutto rimandato in casa Milan, ma resta comunque un aprile da incornciare, grazie al derby stravinto e alle quattro vittorie di stampo tricolore: il pareggio casalingo con il Palermo in Coppa Italia, il rosso ad Ibra e l'infortunio di Pato, uniche negatività del mese, non possono scalfire l'estasi di quegli splendidi e gloriosi trenta giorni.