Mercato, gli "amici", la difesa: bisogna guardarsi alle spalle

Mercato, gli "amici", la difesa: bisogna guardarsi alle spalleMilanNews.it
© foto di Pietro Mazzara
venerdì 6 gennaio 2012, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
Giornalista sportivo a Mediaset, è stato caporedattore di Tele+ (oggi Sky). Opinionista per Telenova e Milan Channel. I suoi libri: "Soianito", "La vita è una" con Martina Colombari, "Sembra facile" con Ugo Conti.

Ma guarda che novità: il Milan sta chiudendo per Tevez dopo due mesi di trattative ed ecco che sbuca l’Inter dal letargo a caccia di Tevez, soltanto perché Borriello è già passato alla Juve altrimenti anche quella dell’ex-rossonero era un’idea mica male. Un anno fa di questi tempi, con un’intuizione geniale dello staff nerazzurro, veniva esonerato Benitez neo-campione del mondo e ingaggiato il fresco ex-neo-allenatore rossonero Leonardo. Il quale sbarcava all’Inter e provava e prendere Kakà e Ronaldinho. A luglio (ennesimo allenatore nerazzurro che, se non viene cacciato prima, se ne va lui nel giro di una notte…) sbarca al PSG e si fa frullare l’idea Ancelotti, poi Kakà, poi Pato, poi Beckham... In dicembre l’Inter apre il suo negozio ufficiale nella palazzina milanese di via Berchet, la stessa identica palazzina in cui fu fondato il Milan. A Natale Allegri rilascia un’intervista un po’ meno canonica del solito e l’Inter gli telefona per chiedergli se tra 6 mesi ha già programmi. Persino a Pippo Inzaghi è arrivato uno spiffero lieve da Appiano Gentile. Fossimo a Las Vegas con i ragazzi di CSI e ci fosse Grissom a indagare su questa ossessione, scoprirebbe chi c’è dietro e lo arresterebbe come stalker. Un giudice imporrebbe un ordine restrittivo. Chissà se Massimo Moratti dorme sereno, la notte, o vaga per casa pensando a quale altro dispetto, quale sgambetto si potrebbe fare al suo chiodo fisso, al suo nervo scoperto, o riflette sulle turbe che gli arricchiscono ogni giorno questo complesso, questa sindrome. Al momento, non risulterebbe che Tevez abbia una destinazione diversa dal Milan per ammissione dello stesso Mancini, ma si sa: quando uno nella vita ha come unica occupazione l’apertura mattutina della cassaforte di famiglia, appena prima di andare al bar a biascicare con le televisioni private lombarde, tutto può accadere.

Il romanticismo ha abbandonato da tempo il pallone (e non solo), negli uomini e nei sentimenti. Eppure pensiamo che Carlo Ancelotti non porterebbe mai via Pato dal Milan. O che comunque non siano un’idea o una pretesa sua. Vero che il suo Chelsea stuzzicò prima Pirlo poi lo stesso Pato, ma continuiamo e pensarlo lo stesso…

Va benissimo Tevez. Benissimo anche le voci su Pato, se resteranno tali e se serviranno a scuotere il Papero. Nonostante il suo rendimento un po’ annacquato e un Robinho meno brillante della passata stagione, l’attacco rossonero è di gran lunga il più prolifico della serie A: 35 gol in 16 giornate, 8 in più della Juve che ha il 2° attacco. Complimenti a Rino Gattuso: noi al posto suo o al posto di Cassano non avremmo probabilmente più avuto il coraggio di tornare a giocare a pallone. Il suo recupero è importante perché può aiutare la squadra là dove è più carente: in difesa. La protezione del reparto come sempre dipende dal centrocampo e non vi è dubbio che con Aquilani, Nocerino e Seedorf la linea arretrata sia un po’ sovraesposta anche considerando il rendimento non al top, in questi ultimi mesi, di Van Bommel e Ambrosini. Il Milan che subisce 16 gol in 16 giornate non è riconoscibile. Il Siena, ha subìto 16 gol in 16 partite, tanto per chiarire. La Fiorentina 15. quindi, oltre a Tevez, è necessario pensare per tempo al terzino che serve, a Nesta che forse lascerà, ai 35 anni che Abbiati compirà a luglio. E all’età, ai contratti, di molti centrocampisti come lo stesso Gattuso.