...Pato al Psg: una follia sportiva ed economica

...Pato al Psg: una follia sportiva ed economicaMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 11 gennaio 2012, 21:45Focus On...
di Emiliano Cuppone

Non si placano le voci sull’eventuale cessione di Alexandre Pato, l’intervista rilasciata dalla punta brasiliana dopo Natale ha aperto un tam tam mediatico che non accenna ad attenuarsi nonostante le ripetute smentite dei diretti interessati.
Le critiche mosse dal Papero a Massimiliano Allegri, le presunte incomprensioni fra i due, l’affetto che lega il giocatore ad Ancelotti e Leonardo, nonché il probabile arrivo di Carlitos Tevez in rossonero sono tutti indizi che secondo i più spingerebbero il numero 7 rossonero verso Parigi.
C’è chi si è spinto oltre negli ultimi giorni, sostenendo che la cessione del 22enne al Psg sia la chiave di volta per la trattativa che potrebbe portare l’Apache a Milanello, i soldi ricavati dalla cessione di Pato sarebbero “vitali” per poter pareggiare l’offerta dell’Inter e prendere subito la punta del Manchester City.
Ricostruzioni plausibili sotto certi punti di vista, ma che non convincono fino in fondo, per diverse motivazioni. Innanzitutto le parole di Galliani, che ha dichiarato il giocatore pressoché incedibile, quelle di Allegri che ha dichiarato che se incomprensioni ci sono state oggi sono superate, rendendo nota anche la volontà di puntare sul Papero per il futuro immediato, per non dimenticare l’amore che lega la famiglia Berlusconi a Pato, tralasciando il rapporto personale con Barbara, ma riferendosi all’immensa stima calcistica che il presidente nutre nei confronti di un giocatore che rappresenta l’eccellenza del calcio mondiale per qualità ed età.
Anche volendo avallare i discorsi di chi vede Pato diretto ad abbandonare il Milan, nonostante le ripetute dichiarazioni d’amore dello stesso giocatore per la maglia rossonera nel corso degli anni, di chi lo vorrebbe confuso e voglioso di cambiare aria, deluso dalla gestione dell’allenatore e pronto ad abbracciare “vecchi amici”, resta da valutare il discorso più strettamente economico.
La presunta offerta dei parigini non soddisferebbe Galliani e soci, si parla di una cifra intorno ai 25/30 milioni di euro, per un giocatore che ancora diciassettenne arrivò al Milan per più di 20 milioni. Ciò che balza agli occhi è la discesa ripida delle quotazioni del Papero che solo la scorsa estate sarebbe stato valutato fra i 45 ed i 50 milioni dal Chelsea (stando alle indiscrezioni che parlavano di un’offerta dei blues recapitata in via Turati).
Le vicissitudini fisiche di Alexandre Pato sicuramente ne hanno minato l’immagine, i troppi infortuni irrimediabilmente hanno fatto sì che il giocatore perdesse quotazione, un giocatore dalle doti immense, ma dai muscoli troppo fragili, dalla classe smisurata, ma dalla lacrima facile.

Allo stesso tempo i numeri del giocatore brasiliano sono impressionanti, un gol ogni due presenze, contando anche quelle in cui è partito dalla panchina o ha terminato la partita prima del novantesimo.
Quello che ne risulta è che se solo il giocatore riuscisse a trovare un po’ di continuità dal punto di vista fisico le sue quotazioni schizzerebbero alle stelle. Le qualità sono da pallone d’oro, l’hanno ripetuto all’infinito tutti coloro i quali hanno avuto il piacere di ammirarlo da vicino, la classe è accostabile a quella dei top player mondiali, da Kakà a Cristiano Ronaldo.
Se Ricardo Kakà (giocatore immenso che ha vinto tutto da protagonista con la maglia del Milan), in fase calante e dopo tanti problemi fisici caratterizzati dalla cronicità, è stato ceduto per quasi 70 milioni di euro all’età di 27 anni, non si capisce perché il Papero di 5 anni più giovane e nel pieno della crescita fisica e caratteriale debba essere ceduto ad una cifra inferiore.
Analizzando tutte le variabili, quindi, risulterebbe una follia per il Milan cedere oggi Alexandre Pato, sia perché così i rossoneri si troverebbero sguarniti in Champions League, rimanendo con a disposizione i soli Ibrahimovic e Robinho, ma anche perché, pur chiudendo un accordo da finalizzare poi a giugno, si andrebbe a vendere un giocatore nel suo momento peggiore, perdendo così gran parte del “lucro” che potrebbe derivare da una decisione così dolorosa.