...Milan eTevez fra colpi di teatro e cambi di rotta: è davvero finita?

...Milan eTevez fra colpi di teatro e cambi di rotta: è davvero finita?MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
venerdì 13 gennaio 2012, 10:30Focus On...
di Emiliano Cuppone

Giornata incredibile quella di ieri per il popolo rossonero, una serie di eventi ed emozioni per gente forte di cuore, un colpo di scena dopo l’altro, una sorta di “rappresentazione teatrale” di mercato che ha lasciato ripetutamente a bocca aperta.
Si vociferava di Pato e dell’interesse del Psg, si sussurrava di un’offerta consistente dei parigini, ma nessuno osava immaginare che il tutto si sarebbe potuto chiudere in tempo record, ed invece le notizie che rimbalzavano dalla Francia parlavano di un accordo già fatto. Primo colpo al cuore, canali mediatici e social network impazziti, un’indiscrezione dopo l’altra, tifosi rossoneri divisi. Poi quella nota sul sito rossonero, la smentita, la “dichiarazione d’amore”, un sorriso che si spalanca sul viso del popolo del diavolo.
Dall’altra parte la chiusura della trattativa per Carlitos Tevez, trattativa agli sgoccioli, Adriano Galliani in Inghilterra per definire una situazione che si trascinava ormai da troppo tempo, poi quella dichiarazione del Papero e tutto salta, un altro colpo di scena, l’ultimo?
Popolo rossonero diviso fra gioia ed amarezza per un campione  è rimasto ed un altro che sembra essere sfumato. Quello che appare strano, però, è l’evolversi delle “due” trattative, che stando alle parole di Galliani giunto in aeroporto si riducevano ad un’unica operazione legata a doppio filo.
Tevez non è mai stato una necessità, è nato come opportunità, è divenuto possibilità nel momento in cui Antonio Cassano è stato colto da quell’infortunio assurdo, per tramutarsi in concreta probabilità dopo l’accordo stretto con il giocatore ed il suo entourage. La proposta del Milan, prestito con diritto di riscatto, non è piaciuta mai troppo al City che non ha giudicato affidabile la “parola” di Adriano Galliani, come se l’a.d.

rossonero avesse interesse a farsi carico dell’oneroso stipendio dell’argentino per vederlo giocare poco più di tre mesi (mettendo in conto i tempi necessari ad un recupero fisico di un giocatore fermo ormai da settembre), per di più solo in campionato, e poi rispedirlo al mittente. La posizione di forza del Milan, però, è stata minata solo nel momento in cui è arrivata l’offerta dei rivali nerazzurri, nonostante in tanti sin dall’inizio abbiano valutato la stessa più come un’azione di disturbo che come concreto interesse per il giocatore.
Di colpo sono cambiati i piani rossoneri, se prima nessun attaccante sarebbe partito, almeno nell’immediato, per far posto a Tevez (d’altronde lui stesso era un ricambio per Antonio Cassano), d’un tratto la cessione di Pato è divenuta conditio sine qua non per l’approdo dell’Apache in rossonero. Siamo sinceri, se fosse arrivato (o arrivasse) Tevez il Milan avrebbe dovuto (dovrebbe) irrimediabilmente rinunciare ad una delle sue punte (sia Pato o qualcun altro), ma non avrebbe avuto senso farlo già in gennaio, stante l’impossibilità di schierare Carlitos in Champions e, soprattutto, la superficialità di un’operazione che a tutti gli effetti non aggiungerebbe nulla (quantomeno numericamente) alla già pregiata rosa di Allegri.
Non resta che attendere le mosse di Moratti, dunque, il presidente nerazzurro non deve far altro che tenere fede alla proposta fatta, prendere per mano Tevez e portarlo alla Pinetina, magari in tempo per il derby per sferrare un immenso schiaffo morale agli eterni rivali. Sempre che quell’interesse sia reale, sempre che l’Inter, ancora priva di un allenatore su cui fondare la rinascita nerazzurra (Ranieri non sembra il prescelto per far dimenticare il rimpianto Josè Mourinho), abbia intenzione di fare un investimento così importante, andando a rimpolpare il già piuttosto affollato reparto offensivo.
Tanti se, per un’operazione che appare tutt’altro che conclusa, con il City che, qualora i nerazzurri dovessero venir meno alle attese, si troverebbe con Tevez (ed il suo a ingombrante ingaggio) fra le mani, senza saperne che fare. A quel punto, forse, l’offerta di Galliani non sarebbe più così indecente, a quel punto, forse, un altro, l’ennesimo, “colpo di teatro” potrebbe riaccendere gli entusiasmi, potrebbe cambiare ancora una volta le carte in tavola di questa interminabile ed avvincente partita di poker.