Milan-Napoli: tutti i motivi per cambiarla d'orario

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© foto di Pietro Mazzara
mercoledì 1 febbraio 2012, 12:45News
di Pietro Mazzara

Dopo aver assistito a due spettacoli indegni a livello di pubblico e di temperature nel giro di sette giorni in quel di San Siro (mi riferisco a Milan-Novara e Milan-Lazio di TIM Cup), nella tarda serata di ieri mi sono imbattuto nelle previsioni meteorologiche di domenica sera, quando si giocherà Milan-Napoli di campionato. Match di cartello che, come consolidata consuetudine, è stato fissato alle 20.45. Peccato che all’ora del fischio d’inizio, la temperatura media che è stata prevista è di -11 gradi, con la colonnina pronta a sprofondare fino a -14 gradi. Molti di voi mi potranno dire: “Inter-Lazio di due anni fa si giocò con quella temperatura”. Vero, verissimo, ma a quale prezzo? Stadio semideserto, campo di San Siro andato a farsi benedire, giocatori ai limiti dell’ibernamento così come i pochi tifosi sugli spalti. Come hanno dimostrato le due sfide di coppa Italia, giocare in questo periodo dell’anno di sera solo per compiacere le televisioni a discapito di chi muove in gran parte il movimento calcistico, ovvero i tifosi ma anche dei giocatori stessi e di chi allo stadio ci va per lavorare, è un vero e proprio fallimento perché così facendo si allontanano le persone dallo stadio costringendole a rimanere a casa davanti alla tv.

I dati d’affluenza agli stadi, escluso quello della Juventus, è disarmante e la media casalinga dei rossoneri non supera i 30 mila spettatori, la cui grande maggioranza sono abbonati. Bisogna riflettere su questo punto: gli spettatori paganti sono sempre di meno con tutte le conseguenze che ne derivano. Certo l’aumento sistematico di biglietti ed abbonamenti non aiuta lo spettatore medio ad acquistare più partite singole di fila ma questo è un altro discorso. Tornando a Milan-Napoli, mi chiedo se, oggi che il 1 di febbraio, non sia il caso di valutare la possibilità di anticipare al pomeriggio o, al massimo, alle 18, la partita onde evitare problemi di ordine pubblico e di mandare in mondovisione uno spettacolo di pubblico indecoroso. Per una volta, a mio avviso, gli interessi dei tifosi dovrebbero sopravanzare quelli delle televisioni.