La formula magica

La formula magicaMilanNews.it
giovedì 16 febbraio 2012, 10:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Anche il più ottimista degli ottimisti, intorno alle 18:45 di sabato scorso, non avrebbe mai potuto prevedere lo scenario che si è poi realizzato. Non solo i rossoneri hanno ribaltato clamorosamente la gara del Friuli, rilanciandosi in ottica campionato, ma si sono poi presentati all'appuntamento Champions col vestito giusto. Nelle precedenti stagioni, sempre eliminato agli Ottavi, il Diavolo aveva dimostrato limiti evidenti: approcci sbagliati, concentrazione altalenante, anche con avversarie non proprio esaltanti come il Tottenham. Qualcosa è cambiato, soprattutto nell'atteggiamento: abbiamo visto un undici umile, conscio della propria forza ma volenteroso, aggressivo e determinato. La formula del "siamo il Milan e in Champions ci esaltiamo" non ha più funzionato negli ultimi quattro anni: serviva una scossa ed è arrivata, più roboante che mai. Ha vinto il collettivo e non il singolo, come ha recitato Ibrahimovic nell'intervista rilasciata martedì alla Uefa. Lo svedese, migliore in campo contro i "Gunners", ha capito la formula vincente per esprimersi al meglio anche in Europa: non è stato Zlatan a esaltare il Milan, ma è stato il Milan ad esaltare Zlatan; così come accadeva ai vari Shevchenko, Inzaghi e Kakà.

Massimiliano Allegri ha ritrovato Boateng, schierandolo giustamente dal primo minuto: il ghano-tedesco, oltre allo splendido gol, ha garantito quel pizzico di impredivibilità che, soprattutto nell'ultimo mese, è decisamente mancata ai rossoneri. Robinho, criticato giustamente dopo alcune prove sottotono, si è rifatto con gli interessi sfoderando gli artigli: due reti bellissime ed un lavoro ubriacante in pressing, decisivo per disarcionare l'impacciata retroguardia dei londinesi. Ibra ha catalizzato a sè lo straordinario lavoro dei compagni, servendo assist, recuperando palloni e segnando il calcio di rigore finale. Un quattro a zero di esaltante epicità, figlio di una prestazione corale di tutti gli interpreti: da Abbiati (decisivo) ad Antonini, da Thiago a Mexes, da van Bommel ad Emanuelson. Una lancia va spezzata in favore dell'olandesino ex Ajax, rimbalzato dal tecnico toscano in tutte le zone di campo: l'ex lanciere, subentrato in avvio al posto dell'infortunato Seedorf, ha limitato enormemente le incursioni di Walcott, garantendo dinamicità, copertura e propensione offensiva. Il gruppo, aggressivo, compatto ed unito, ha sgretolato il tabù che ha bloccato il Milan negli ultimi anni. Anche Ibrahimovic l'ha capito: per cercare la tanto desiderata Champions, lo svedese ha messo al servizio della squadra la sua bacchetta magica, tramutando l'ossessione europea in coraggio e determinazione da leader vero.