Primavera, Comi: "Voglio rubare i segreti del mestiere a Inzaghi"

Primavera, Comi: "Voglio rubare i segreti del mestiere a Inzaghi"MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
martedì 21 febbraio 2012, 15:15La Primavera
di Pietro Mazzara
fonte Il Giorno

15 gol in 14 partite di campionato, 3 reti realizzate in Coppa Italia e 4 messe a segno nella Viareggio Cup in tre gare. Questi sono i numeri Gianmario Comi, attaccante del Milan Primavera, alla sua Prima stagione a Milanello dopo una vita passata con la maglia granata del Torino: "Andare via è stato come lasciare un pezzo di me, non è stato facile. Però siamo professionisti e bisogna fare le scelte giuste per la propria carriera. Essere acquistato in comproprietà dal Milan è senza dubbio un motivo d’orgoglio perché in questo momento credo che sia la squadra più forte. E in più c'è il blasone. Non si può dire di no al Milan. Nonostante questo mi hanno trattato subito benissimo, c'è un ambiente molto intimo che ti fa sentire a casa."

Dopo la parentesi purtroppo negativa del torneo di Viareggio adesso si ritorna con la testa al campionato che riprenderà il 25 febbraio con Vicenza-Milan. Quel è lo spirito con cui ripartirete?
Ora il campionato diventa il nostro obiettivo primario e senza dubbio partiremo con la giusta concentrazione e fame di vittorie. Siamo al momento primi in classifica nel nostro girone e almeno posso dire che le mie reti siano servite a qualcosa. E' un peccato essere usciti così dal torneo di Viareggio, potevamo dire la nostra. Inutile nasconderci, contro il Parma abbiamo sbagliato, facendo una brutta figura, e ne abbiamo pagato a caro prezzo le conseguenze. Abbiamo buttato via una grossa occasione ma le assenza e i campi da gioco ci hanno un po’ penalizzato. Con questo non voglio trovare giustificazioni ma credo che le squadre più tecniche abbiano pagato di più rispetto alle altre i campi non in perfette condizioni.

Tuo papà Antonio, attualmente Direttore Generale del Torino, ha ricoperto diversi ruoli durante la sua carriera ma il fiuto del gol non era certo la sua dote principale. Tu da chi hai imparato a segnare così tanto?
Mio padre ha iniziato da attaccante nelle giovanili del Toro, poi con Radice è stato spostato a centrocampo per finire la carriera da libero. Aveva un’intelligenza tattica superiore alla madia perché ricoprire tre ruoli da protagonista nel calcio che conta non è da tutti. Il mio istinto per il gol credo che sia una cosa innata, una dote che non ti insegna nessuno. Da lui ho preso il carattere, il fatto di crederci sempre e questo forse mi aiuta a farmi trovare sempre pronto.

Essere figlio di un ex giocatore aiuta o è un handicap?
Dipende dal carattere che hai: per me essere il figlio di un ex giocatore è una cosa che stimola perché certe voci e certe dicerie ti spronano a fare sempre meglio. E’ normale che ci siano tante invidie e cattiverie in questo mondo ma quando dimostri sul campo ciò che vali le parole lasciano il tempo che trovano.

Quali sono stati i tuoi idoli da bambino?
I miei idoli sono sempre stati due: Paolino Pulici e Filippo Inzaghi. Io ho avuto la fortuna di fare il ritiro con la prima squadra e spesso mi alleno con i più grandi. E' quindi una fortuna e un onore  avere la possibilità di giocare con Inzaghi e poter prendere spunto dal suo modo di intendere il calcio sia in campo che fuori. Da lui bisogna imparare tutto, i movimenti, l’energia in allenamento, la sua voglia di fare sempre gol: è un vero fenomeno dell’area di rigore.

Tu sei un '92 e l’anno prossimo dovrai confrontarti nel calcio dei grandi. Aspettative?
Nel futuro non so cosa mi attende. L’unica cosa che so è che l’anno prossimo giocherò con i grandi è questa è la cosa più bella e stimolante.