Da Aronica ad Agnelli: why always him?

Da Aronica ad Agnelli: why always him? MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 23 febbraio 2012, 19:15Primo Piano
di Redazione MilanNews

E’ arrivata la sentenza in merito alla squalifica di Zlatan Ibrahimovic che non potrà essere in campo contro la Juventus sabato sera nel big match di San Siro che, probabilmente, indirizzerà le sorti di questo campionato. Non è servita l’arringa, agguerrita e completa con tanto di ampia casistica, portata avanti dall’avvocato Leandro Cantamessa che non ha trovato accoglimento nei componenti della commissione giudicante riunitasi quest’oggi a Roma. La pesantezza di essere un campione decisivo, il più decisivo di tutti, la nomea e la vicinanza ad una partita così importante come quella di sabato, probabilmente, hanno influito sulla decisione finale. Il Milan, ancora una volta, dovrà fare a meno del suo campione e dovrà ricompattarsi ancora una volta, proprio come fatto in questa stagione e alla vigilia del derby dello scorso aprile, quello dove la vittoria della squadra anche contro l’ingiustizia perpetrata verso Ibra, diedero la giusta carica all’ambiente per ottenere il risultato voluto. Dalla vergognosa sceneggiata di De Sanctis dopo il buffetto di Ibra ad Aronica (rimasto impunito sia per lo schiaffo e la mano al collo di Nocerino sia per la gomitata a Paloschi) alla decisione di fissare per oggi la data del ricorso hanno fatto subito pensare che qualcosa non sarebbe andato come nei piani.

Proprio come nel 2005, quando vestiva la maglia della Juventus, e proprio come nella scorsa primavera, lo svedese salta la gara decisiva per una decisione che ha invaso (creando così un grave precedente giuridico) un campo per giudicarne un altro proprio come fatto notare dal comunicato ufficiale emesso dalla società: "La decisione della Corte di Giustizia Federale è ingiusta, perché ha applicato una sanzione destinata agli atti violenti, ad un atto che violento non è stato. È un grave errore giuridico". Why always me? Citando la celeberrima maglia mostrata da Balotelli, anche questo motto potrà essere applicato per Ibra. Perché a pagare è sempre e solo lui, anche per gli errori di chi, in teoria, dovrebbe garantire la certezza della pena. Ma questa decisione ha un risvolto positivo per i milioni di sportivi italiani: Andrea Agnelli smetterà (?) di attaccare il presidente Abete e la federazione.