Non saremo in 11 ma in 70 mila
Non sarà una squalifica a fermare il Milan, sabato sera, nella sfida contro la Juventus nella tana del diavolo. Non ci sarà in campo Zlatan Ibrahimovic, quello che gli americani, nelle loro telecronache, definirebbero “The Man”, ovvero l’elemento determinante di una contesa. L’assenza dello svedese sarà pesante ma, allo stesso tempo, responsabilizzerà maggiormente la squadra e il gruppo-spogliatoio nell’affrontare, proprio come ad aprile dell’anno scorso, la sfida decisiva senza il suo uomo più forte. Ma sabato sera ad aiutare il Milan, i suoi giocatori, il suo allenatore ci sarà un uomo in più anzi, 70 mila uomini in più: i tifosi. Bisogna stringersi più che mai attorno alla squadra, fare diventare San Siro una bolgia da brividi, un inferno sportivo dal quale chiunque non indossi i colori rossoneri, in campo e fuori, dovranno aver timore di entrare.
Non si sta istigando alla violenza, ma si sta chiamando ad adunata i cuori milanisti che si sentono colpiti a freddo da una sentenza ingiusta e che ha creato un pesante precedente a livello giuridico. La voce grossa, il ruolo del leader spetterà, ancora una volta, alla Curva Sud. Sarà dalla pancia del feudo milanista che dovranno partire i cori più forti, gli incitamenti costanti e sempre carichi di amore verso i nostri ragazzi per dimostrare che non sarà una squalifica a fermare la nostra voglia di primeggiare. In alto le bandiere, fuori la voce, è ora che il popolo milanista torni – finalmente – a farsi sentire perché solo chi lotta con onore arriverà alla vittoria. Perché il pubblico sia il dodicesimo uomo in campo.
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