Conte e la fiera dell'ipocrisia

Conte e la fiera dell'ipocrisia MilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
domenica 26 febbraio 2012, 10:00Primo Piano
di Emiliano Cuppone

Non è bastato un pareggio macchiato da una svista, non sono bastati due punti persi da una squadra apparsa nettamente superiore nell’arco dei novanta minuti, non è bastata la delusione per un match che sembrava meritatamente vinto ed invece si è chiuso fra risse e polemiche, i tifosi del Milan hanno dovuto sopportare anche le lamentele fuori luogo di un uomo che sembra voler essere sempre e comunque al centro dell’attenzione.
La partita è stata segnata da un errore di pura codardia, il sig. Tagliavento è sembrato puntare dritto verso il centrocampo dopo il gol di Sulley Muntari, l’esperto arbitro ha interpretato bene la situazione, ha visto il gol. Il guardalinee, però, è restato immobile, non si è voluto prendere la responsabilità, nonostante il piazzamento perfetto, non ha voluto prendere una decisione ovvia quanto potenzialmente foriera di tempesta mediatica qualora il pallone non fosse stato così palesemente oltre la linea di porta. 
La terna arbitrale non era serena, guardalinee che quest’anno sono apparsi sempre più preparati e puntuali nelle chiamate, hanno bissato l’errore annullando un gol regolare a Matri, sintomo di una tranquillità perduta prima del match più delicato della stagione, per incisività sulla classifica e per la pressione di cui qualcuno l’ha voluto caricare. Non è la prima volta che accade, era successo a Roma in occasione di Lazio-Milan, era accaduto di nuovo a San Siro in occasione di Milan-Napoli, gli arbitri non avevano avuto il coraggio di accordare due rigori sacrosanti ai rossoneri dopo le polemiche scatenate da laziali e partenopei nelle settimane precedenti le sfide. E’ il vecchio vizietto all’italiana, ce ne siamo già occupati subito dopo Parma-Juventus e quello sfogo eccessivo di un allenatore seguito da un altrettanto eccessivo e poco comprensibile comunicato ufficiale della sua società. Si mette pressione sull’arbitro e ci si aspetta che non faccia del male alla squadra già ferita ed in quanto tale incattivita.
L’ha detto Adriano Galliani in quello sfogo istintivo e feroce fra primo e secondo tempo, l’ha spiattellato a muso duro sul viso di Antonio Conte, invitandolo a lamentarsi ancora visto che l’abitudine rende.

Lo avevamo anticipato in questa rubrica, lo ha ribadito l’a.d. rossonero e lo ha sottoscritto Massimiliano Allegri, ma ne avevamo tutti pieno titolo, in quanto nessuno dei sopracitati si era allineato a questa tendenza tutta italiana.
L’insulto per le coscienze rossonere è arrivato invece da chi ha avuto il coraggio di lamentarsi di questo stato di cose dopo esserne stato causa primaria. Antonio Conte ha avuto la sfacciataggine di denunciare un’aria pesante che aleggiava su Milan-Juventus, ha voluto rimarcare come le polemiche eccessive facciano del male al calcio giocato.
La fiera dell’ipocrisia di chi è stato il promotore di una politica di disturbo degli equilibri arbitrali, di chi ha spinto perché si arrivasse all’esasperazione dei toni, denunciando strani complotti, alimentando la cultura del sospetto. Antonio Conte si è presentato di fronte alle telecamere con l’aria dimessa dello sportivo modello, ha messo davanti i complimenti al Milan ed alla prestazione della squadra di Allegri, ha lamentato l’esasperazione dei toni ed ha mostrato il lato buonista di chi due settimane fa urlava ed inveiva contro il sistema e la classe dirigente del calcio nostrano.
Tentativo vano di riabilitare un’immagine sporcata da un atteggiamento velenoso, facile chiedere scusa e ritrattare dopo che si è ottenuto il risultato sperato, semplice tornare sui propri passi quando questi hanno già calpestato irrimediabilmente la sfida più importante del campionato. Comportamento ipocrita ed incoerente che non ha convinto nessuno, che non ha fatto nient’altro che insultare le coscienze di chi aveva già dovuto digerire un pareggio che ha sempre più il sapore di una sconfitta per il calcio italiano.