Li abbiamo umiliati con le seconde linee. Abete togli la fascia della nazionale a Buffon! Conte, "la mafia" e il ritorno della triade

Li abbiamo umiliati con le seconde linee. Abete togli la fascia della nazionale a Buffon! Conte, "la mafia" e il ritorno della triadeMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 27 febbraio 2012, 00:01Editoriale
di Pietro Mazzara
Giornalista pubblicista, vice-direttore di MilanNews.it. Corrispondente e radiocronista per Radio Sportiva. Redattore di TMW Magazine. Opinionista per Odeon TV e Radio Radio. Inviato al seguito della squadra. Twitter:@PietroMazzara.

“Quel gol di Muntari non dato potrebbe decidere l’intero campionato”. Parole e musica di Robinho nell’intervista flash alla fine del primo tempo della partita di sabato sera. Vocaboli che puntualmente sono stati confermati dal risultato finale di una partita che il Milan ha dimostrato sul campo di meritare ampiamente di vincere senza avere a disposizione gente del calibro di: Zlatan Ibrahimovic, Antonio Cassano, Kevin-Prince Boateng, Gennaro Gattuso, Alberto Aquilani, Alessandro Nesta, Mathieu Flamini, Maxi Lopez e Djamel Mesbah. Una lista d’indisponibili da far rabbrividire chiunque se consideriamo che dall’altra parte, la Juventus si è presentata con tutti gli effettivi a disposizione fatta eccezione per le pesantissime (eufemismo) assenze di Marrone e Krasic.

Una rapina a mano armata e a volto scoperto, senza se e senza ma, sotto gli occhi dei massimi esponenti della categoria arbitrale rappresentata in tribuna dal presidente dell’AIA Marcello Nicchi il quale in tempi neanche troppo sospetti aveva dichiarato che il trend degli arbitri italiani era in netto miglioramento. Sono curioso di sapere se, dopo ieri sera, è ancora convinto della sua fantomatica idea perché se la designazione dell’arbitro è stata perfetta (Tagliavento non ha sbagliato nulla) la scelta della coppia d’assistenti per una partita così delicata è stata toppata in pieno. Inutile dire che Romagnoli vada fermato a tempo indeterminato e sottoposto ad accurati esami oculistici perché se a Firenze aveva visto un fuorigioco assolutamente non tale su Seedorf, negando il gol che a conti fatti poteva decidere quella partita, ecco che sabato sera ne ha combinata una più di Bertoldo.

Il colpo di testa di Muntari è dentro di almeno mezzo metro e le foto sia dei fotografi a bordo campo (splendida l’istantanea del nostro Daniele Mascolo) che le ricostruzioni grafiche delle televisioni evidenziano come la palla abbia varcato totalmente, e abbondantemente, la linea bianca della porta difesa da Gianluigi Buffon il quale, nel post partita, non ha reso fede alla sua classe immensa dichiarando che: “Devo dire la verità, la situazione era talmente veloce che non mi sono reso conto che la palla avesse superato la linea e se me ne fossi reso conto non avrei aiutato comunque l'arbitro”. Parole che non possono passare sottobanco e che dovrebbero far riflettere sia il commissario tecnico della nazionale italiana sia il presidente federale Abete sul ruolo che Buffon ricopre in azzurro ovvero quello di capitano. Come si può tollerare che un capitano, che dovrebbe essere il leader anche spirituale di una squadra, possa dire cose del genere? La mia indignazione per una caduta così bassa da parte di un campione è condivisa in pieno dal popolo rossonero che chiede solo una cosa: toglietegli la fascia della nazionale italiana. Anche perché, proprio oggi a Roma, si terrà l’incontro tra i capitani, gli arbitri e i dirigenti delle varie società sul tema della collaborazione con gli arbitri. Mi chiedo, mi domando e dico, con grande curiosità: “Come farà ad avvalorare la sua tesi dopo frasi del genere?”.

Voglio sorvolare sulla bassezza di Antonio Conte che si è permesso di usare il termine MAFIA nei confronti di Adriano Galliani che, secondo le ricostruzioni congiunte dei media presenti negli spogliatoi nell’intervallo, avrebbe fatto uso solo di parole forti ma senza scadere nella pochezza nella quale è caduto l’allenatore Juventino così come è stata prontissima, tu guarda un po’, la caccia al delegato fatta da Agnelli e Marotta per invocare l’intervento della Procura Federale nei confronti del plenipotenziario rossonero. Ma la situazione in casa Juventus non è idilliaca come sembra perché pare che i nervi nello spogliatoio siano tesi, con lo stesso che inizia a spaccarsi in gruppetti tra i fedelissimi di Conte e quelli che invece devono lottare per un posto da titolare ogni settimana: che la finissero con la storiella dell’isola felice.

La guerra è dichiarata e c’è una sola certezza: il Milan è forte e con le seconde linee, se così vogliamo chiamarle, ha dato una lezione di calcio alla fantascientifica Juventus del Mourinho di Lecce e, lo dico con tutta sincerità, mi sarebbe piaciuto giocare le due partite di campionato, ma anche quella di TIM Cup, con le rose al completo. Il fuoco è aperto, noi siamo “A DIFESA DI UNA FEDE”, con onestà intellettuale e basandoci sui fatti, non su allusioni che popolano organi di stampa PARA-UFFICIALI piemontesi noti per le loro linee editoriali che addirittura, nella prima pagina di ieri, hanno avuto il coraggio di ribaltare una verità inconfutabile.