...Allegri stupisce per un'ora ma la assenze pesano

...Allegri stupisce per un'ora ma la assenze pesanoMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
domenica 26 febbraio 2012, 22:40Focus On...
di Emiliano Cuppone

Il Milan ammirato ieri sera nel big match ha impressionato per un’ora. Concreto, compatto, cattivo e brillante sotto il profilo atletico, il diavolo ha messo in scena una recita quasi perfetta, rovinata solo da una disattenzione a pochi minuti dalla fine (sorvoliamo su altre questioni che non siano tecniche), figlia della stanchezza e di un’attenzione che è calata con il passare dei minuti.
Massimiliano Allegri non aveva scelta, ha dovuto gettare nella mischia un Mexes non in perfette condizioni fisiche, ha dovuto schierare un Muntari certo non brillante dopo mesi in cui ha visto il campo solo dal divano di casa sua, ha dovuto inserire un Pato pesante nelle gambe ed affaticato muscolarmente.
Il brasiliano è stato una comparsa nel film rossonero di ieri sera, richiamato in panchina dopo soli 45 minuti ed una prestazione al limite dell’imbarazzante, sembrava essere entrato in campo con un’incudine sulle spalle, si muoveva lento, poco reattivo, mancavano forza e fiducia nelle gambe.
Il ghanese ha offerto una prova tutta cuore e grinta, ha fatto una grande partita, ma è apparso appannato a più riprese, quando ha sprecato qualche pallone a centrocampo per eccesso di sicurezza, quando ha ciccato il passaggio chiave per mancanza di lucidità, quando ha smesso di rincorre l’avversario in ripiegamento difensivo concedendo alla Juventus la superiorità numerica nel finale.
Il francese ha iniziato la partita benissimo, ha guidato la difesa nel pressing, ha alzato la linea arretrata sino al centrocampo accorciando la squadra e togliendo alla Juve l’ossigeno necessario a dare aria all’azione. E’ calato nella ripresa insieme a tutto il Milan, non aveva i 90 minuti nelle gambe l’ottimo Philippe, si è visto dopo il sessantesimo quando ha smesso di anticipare puntualmente gli avversari, lasciando che la squadra si schiacciasse dietro e subisse così la manovra della squadra di Conte che in assenza di pressione è riuscita a sviluppare la manovra in maniera via via più efficace.
Il tecnico bianconero ha “vinto” la partita (perché dopo la prestazione di ieri e tutto quello che è accaduto un punto per i bianconeri vale quanto una vittoria per stessa ammissione dell’allenatore della Vecchia Signora”) con la panchina, ha inserito Vucinic e Matri, ha ridato vitalità all’attacco con il montenegrino e trovato un killer con l’ex cagliaritano. Massimiliano Allegri ha “perso” la partita (perché il pari per il Milan di ieri sera è una sconfitta a tutti gli effetti) a causa dell’assenza di alternative.

Il Conte Max ha provato a colpire in contropiede con la vitalità di El Shaarawy ed ha provato a tamponare l’emorragia di energie in mediana con l’innesto di Ambrosini, ma non è bastato. La squadra è calata, quasi crollata, ha perso brillantezza nell’ultima mezz’ora, ha perso la vitalità di Robinho e la sua capacità di tenere alto il pallone, ha perso pian piano la capacità di pressione sui portatori di palla bianconeri e non è riuscita a tenere botta contro il ritorno prepotente di una Juve ferita e mai doma.
Il Milan paga ancora le troppe assenze, copre le falle di una stagione martoriata dagli infortuni con prestazioni a tratti impressionanti, ma 14 assenti, fra i quali diversi titolari o possibili tali, finiscono irrimediabilmente per incedere su di una sfida che si è giocata sulla qualità e sull’atletismo. Peccato, perché i rossoneri sono stati gli unici a mettere la Juventus in difficoltà sotto il profilo della corsa e del pressing, ha stupito tutti Massimiliano Allegri presentando una squadra che ha saputo colpire, ma non ha saputo tenere fino in fondo, ma in questa stagione sembra andare così, al minimo errore il diavolo viene punito.