Come rovinare un campionato

Come rovinare un campionatoMilanNews.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
martedì 28 febbraio 2012, 10:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Il calcio italiano, tanto bistrattato e demolito non esclusivamente dall'opinione pubblica estera, si era fortemente rilanciato in questa stagione, almeno fino a gennaio. Positivissimo il bilancio in Europa, con tre squadre qualificate agli ottavi di Champions e due ai sedicesimi di Europa League. Entusiasmante anche la lotta al vertice in Italia dove Milan e Juventus si stavano fronteggiando ad armi pari. Ci ha pensato un febbraio avvelenato a rovinare tutto, minando la positività e l'entusiasmo di tutto il sistema. A cominciare ci ha pensato proprio la società torinese che, conscia delle sue possibilità di vittoria finale, ha scatenato un vero e proprio putiferio tra frecciate, comunicati, lamentele e polemiche. Due rigori non assegnati contro Siena e Parma hanno dato il là alle danze, mentre il Milan riceveva lo stesso identico trattamento contro due squadre ben più blasonate: penalty clamorosi non concessi contro Lazio e Napoli.

Le differenze? Il Diavolo è stato zitto, incassando senza fiatare anche l'esagerata squalifica ai danni di Zlatan Ibrahimovic. La protesta juventina si è poi protratta anche dopo il match di Coppa Italia contro i rossoneri: a seguito di una vittoria meritata sul campo, Chiellini ha richiesto la prova tv per lo svedese, reo di aver appena toccato il volto di Storari. Una mossa che non ha chiaramente portato provvedimenti, ma ha invece contribuito a rendere l'aria sempre più irrespirabile. Quando la tua rivale battibecca per settimane, invocando giustizia ed equità, come si può reagire con serenità ad un errore arbitrale che rientrerà di diritto negli annali del campionato? Il clima teso, divenuto tale solo per mano dei bianconeri, è così diventato insostenibile: il Milan si è sentito defraudato in casa propria, i nervi sono saltati e il campo è stato poi palcoscenico di episodi poco edificanti (peraltro da ambo le parti). Senza tutto quel caos scatenato dal trio Agnelli-Conte-Marotta, tanto coincidenziale quanto chirurgico, il mondo rossonero avrebbe potuto accettare più serenamente anche un errore così sesquipedale. Il fatto che sia arrivato proprio dopo questi continui rimbrotti, penalizzando di fatto l'esito della gara e del campionato, rende automatica e giustificata la protesta milanista.