Ugo Conti a TMWmagazine: "Il mio Milan è come un rock. Ecco come Berlusconi ha fatto rinascere Milanello"
Attore comico, attore drammatico, scrittore, speaker radiofonico su R101. Mille vesti ed un cuore con due colori ben definiti: il rosso ed il nero. Ugo Conti si confessa, a ruota libera, sulla passione di una vita ai microfoni di TMWmagazine. Il Milan.
Iniziamo con una domanda all’apparenza semplice, cos’è per te il Milan? “E’ qualcosa di inspiegabile, dove ti ci affezioni da bambino e lo porti dentro per sempre. Bastano i colori, una faccia simbolo alla quale ti leghi e inizi a seguire le sue performance sportive. Io ad esempio sono cresciuto calcisticamente con il mito di Rivera”.
Hai scritto un libro intitolato “Sembra facile”, secondo te è facile essere presidente del Milan? “Non credo sia molto facile, ci vogliono un sacco di soldi (ride), però per come lo ha fatto lui ha cambiato anche le lenzuola di Milanello. Ha investito tantissimo, ha fatto grandi cose, in 25 anni ha conquistato un numero elevatissimo di trofei facendo diventare il Milan una delle società più grandi del mondo. Frequentavo Milanello prima del suo arrivo, quando la squadra era sull’orlo del fallimento, e le strutture erano fatiscenti, cadevano le tegole, sembrava abbandonato. Quando è arrivato lui ha rimesso a posto tutto formando uno dei centri sportivi più importanti al mondo”.
Se il Milan fosse una band musicale, a chi penseresti? “I Deep Purple, perché sono un cultore del rock. Proprio l’altro giorno ascoltavo l’album “Made in Japan”, e mi sono emozionato. Mentre te lo dicevo pensavo anche al volto dei Beatles, quindi direi un misto tra Deep Purple e Beatles”.
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