A carte scoperte

A carte scoperteMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 1 marzo 2012, 14:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Che Riccardo Montolivo, al termine di questa stagione, sarebbe andato al Milan, lo sapevano anche i muri. Fino a questo momento, tuttavia, il ventisettenne di Caravaggio non si era mai esposto in tal senso, predicando abnegazione e concentrazione per la sua ultima stagione con la maglia della Fiorentina. “Il mio nome è stato accostato a molti club, ci sono diverse possibilità e tra queste c’è anche il Milan, - "Violanews.com" riporta le parole del giocatore - ma ora è il momento di pensare alla Fiorentina". E' palese che, con ancora tre mesi da giocare in Toscana, Montolivo non può lasciarsi andare a dichiarazioni più nette, ma è ormai chiaro quale sarà il suo futuro. In estate i vertici di via Turati cercarono di strapparlo in tutti i modi dalla Fiorentina, ma Corvino rispedì al mittente l'offerta milanista, ritenendola addirittura "indecente". Il centrocampista azzurro, ormai ammaliato dalla chiamata del Diavolo, ha rifiutato tutte le proposte che gli si sono palesate di fronte: principalmente quelle di Roma e Juventus che, tra agosto e gennaio, hanno offerto rispettivamente dodici e cinque milioni di euro.

Nulla da fare, Montolivo aveva già deciso da tempo il suo destino, preferendo continuare un'avventura da separato in casa piuttosto che cercare fortuna con una casacca diversa da quella rossonera. A Milano ritroverà Nocerino, nominato a settembre in quell'ormai celebre dichiarazione sul Camp Nou: una frase che però non rende giustizia all'ex capitano della Fiorentina. Riccardo non si riferiva alle qualità del compagno di Nazionale, che poi ha ampiamente dimostrato in rossonero, ma semplicemente alla medesima situazione contrattuale: entrambi in scadenza a giugno 2012, trattati in maniera completamente diversa dalle rispettive dirigenze. Zamparini ha liberato il centrocampista campano senza troppa resistenza, conscio di perderlo sicuramente a zero l'estate successiva; al bergamasco, invece, è successo esattamente l'opposto, nonostante un rapporto certamente non idilliaco con l'ambiente. Poco male, visto che i due si ritroveranno, seppur con un anno di ritardo, a battagliare con gli stessi colori.