Da Totti a Pellegatti, da Chiellini a Mexes: ma che scoperta, nel calcio esiste l'etica...

Da Totti a Pellegatti, da Chiellini a Mexes:  ma che scoperta, nel calcio esiste l'etica...MilanNews.it
© foto di Pietro Mazzara
venerdì 2 marzo 2012, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
Giornalista sportivo a Mediaset, è stato caporedattore di Tele+ (oggi Sky). Opinionista per Telenova e Milan Channel. I suoi libri: "Soianito", "La vita è una" con Martina Colombari, "Sembra facile" con Ugo Conti.

Quando Robinho sbaglia un gol, gli dico ad alta voce le peggio cose, razziste, ignobili, sul colore della sua pelle, sulla sua statura, sulla sua goffaggine. Siamo sicuri che Galliani pensa le stesse cose, in quel momento. Forse persino Allegri in quegli attimi si scompone un attimino. E ai giocatori del Milan che sbagliano un passaggio, al portiere rossonero che fa una papera, ai milanisti che danno un pugno agli avversari a palla lontana, Carlo Pellegatti con la mano sul microfono dice di peggio. Dice quello che Antonio Conte pensa dei suoi quando sbagliano le cose facili, dice quello che Antonio Conte pensa degli arbitri. Dice quello che Massimo Moratti disse a Ronaldo (“Va’ a ca*are va’, bastardo figlio di p…”) accompagnandolo col gesto dell’ombrello.
Quando l’arbitro Rizzoli a Udine ostacolò il tiro di Totti che finì altissimo, Totti lo mandò affan* 4 volte in campo, a un palmo dal suo naso, davanti a tutte le telecamere del mondo, non pensando neanche per un secondo – come Carlo – di non essere in onda. Ma l’A.I.C., Associazione Italiana Calciatori, ovviamente non prese posizione come invece ha fatto l’U.S.S.I., Unione Stampa Sportiva Italiana, nei confronti di Carlo. Il quale per la cronaca sta cercando da martedì Antonio Conte per le scuse personali private, oltre a quelle pubbliche già abbondantemente espresse su Sportmediaset.it e a Controcampo. 
Non è che il mal comune sia mezzo gaudio, è che l’etica o esiste per tutti o non esiste per nessuno. Esiste per quel fenomeno di Mexes che dà un cazzotto a Borriello a palla lontana, ma non per Borriello che sviene e si contorce come se gli avessero asportato la milza a mente serena. Esiste per quell’altro fenomeno di Ibra che non perde un colpo (eufemismo), ma esiste anche per il recidivo Aronica puntuale esattamente come lo svedese. Esiste per Muntari che si dimena come un pugile all’angolo e il calcio non è la boxe, ma esiste per Lichesteiner che gli fa la cravatta come il detective Stoke di Csi Las Vegas. E certamente esiste per Chiellini che, al fischio finale di un avvelenato Milan-Juventus, proprio mentre in tribuna stampa l’ignaro Pellegatti si scatena contro Conte, va a cercare Van Bommel insieme con lo stesso Conte per riaccendere la rissa.
Grazie a Cesare Prandelli, abbiamo scoperto che non solo l’etica esiste, ma esiste anche l’etica di serie A (Balotelli, Osvaldo) e l’etica di serie B (Buffon), in contrasto con l’Abete di nome e di fatto che bacchetta il capitano della Nazionale, ma spalleggiato da Thiago Silva che si sente in dovere di rivelare che anche lui avrebbe fatto lo gnorri. Come se già non sapessimo: non esiste sulla terra un calciatore che – in svantaggio 1-0 – insegua l’arbitro per urlare, per confessargli “sì, la palla era entrata, 2-0 per loro”. Sarebbe come pretendere che nessuno simulasse più in area, sputasse in faccia o sulla nuca, sarebbe come se tutti scagliassero la prima pietra. Sarebbe come pretendere che i dirigenti non producessero fidejussioni false per iscriversi a un campionato. Sarebbe come pretendere che non truccassero i passaporti. Come pretendere che quelli in tribuna d’onore, notoriamente il settore più cruento e volgare di qualsiasi stadio, stessero seduti ad applaudire o dissentire con un cenno del capo. Sarebbe come pretendere che gli scontrini in Italia si battessero da Trieste a Ventimiglia, da Bolzano e Pantelleria. Sarebbe come pretendere che oggi, rileggendo bene, riascoltando ancora, i maestri, le scuole, la gente che va di fretta, non si indignassero tutti se gli dicessimo che Lucio Dalla era più bravo di Giacomo Leopardi, comunque ha scritto poesie belle come le sue.
Ha detto Cesare Prandelli che “il 99% dei giocatori non direbbero…”. Lo sapevamo. Ma è quel centesimo pirla, al quale dovete dire, spiegare, raccontare, se l’etica esiste o no, perché è lui l’unico a non aver capito.