...Il diavolo veste Ibra: l'Orco più incisivo della Pulce e di CR7

...Il diavolo veste Ibra: l'Orco più incisivo della Pulce e di CR7MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
domenica 4 marzo 2012, 19:20Focus On...
di Emiliano Cuppone

La vittoria di Palermo ci ha regalato un Milan stellare, tonico, veloce, pronto e spettacolare. Dopo le 3 giornate di squalifica è tornato Ibracadabra, l’impatto dello svedese è stato come al solito devastante, non solo i tre gol, ma una squadra trasformata dal ritorno del numero 11 che ha un impatto sulla manovra che va oltre il suo apporto numerico al miglior attacco della Serie A.
Qualcuno si era spinto a dichiarare che il Milan giochi meglio senza Ibrahimovic, vero che i risultati non sono mai mancati anche quando lo svedese ha dovuto segnare il passo, ma chi sostiene ciò forse non è un attento osservatore delle faccende di casa rossonera. La spettacolare vittoria al Barbera ha mostrato quanto il bomber del diavolo sia fondamentale per le dinamiche tecnico-tattiche di una squadra che con lui appare stellare, intorno al ragazzo di Malmoe Allegri ha costruito una macchina brillante che gira alla perfezione nonostante le tante assenze importanti.
Abbiamo sentito mille volte che Ibra da un qualcosa in più a questa squadra, ci eravamo soffermati alla sua capacità di vincere da solo con le piccole, al salto di qualità garantito dall’uno contro uno targato Svezia, nonché alla possibilità per la squadra di appoggiarsi al mago di Rosengard con palle lunghe quando la manovra latita. Ma la partita di ieri sera ha mostrato che con l’Orco in campo il Milan diventa mostruosamente cattivo ed a tratti massacrante per gli avversari oltre ogni più rosea aspettativa.
La presenza di Zlatan al centro dell’attacco, infatti, permette ai suoi più stretti collaboratori, nel caso di ieri Robinho ed Emanuelson, di andare a prendere posizione larghi, creando in questa maniera la superiorità numerica sulle fasce ed allargando irrimediabilmente la difesa avversaria. Di conseguenza le due mezz’ali possono stare più strette, vicine al mediano, favorendo così la manovra veloce di un centrocampo che pecca in qualità in favore di una dinamicità ed una forza fisica devastante. La posizione stretta di Muntari e Nocerino, inoltre, permette loro di garantire maggiore copertura sulle ripartenze avversarie, coprendo lo spazio centrale, potendo sfruttare poi in fase offensiva lo spazio creato dal movimento ad allargarsi di seconda punta e trequartista, potendosi inserire in area e giovarsi del movimento e gli appoggi dello stesso Ibrahimovic.

Tutti questi movimenti creano terra fertile per la sovrapposizione dei terzini, Antonini ed Abate ieri sono risultati decisivi e liberi di fare male alla inerme difesa palermitana. Le due frecce rossonere avevano tanto campo da sfruttare per via della posizione più stretta delle mezz’ali, potendo usufruire anche delle giocate in uno-due con Robinho ed Emanuelson che a turno creavano superiorità sugli esterni.
Tutti questi movimenti, queste posizioni tattiche e queste dinamiche sono favorite da un unico fattore: Zlatan Ibrahimovic.
La capacità dello svedese di tenere a bada da solo i due centrali difensivi, grazie alla sua fisicità ed alla sua tecnica sopraffina, lascia a Robinho ed Emanuelson la possibilità di andare a cercare lo spazio larghi, per un effetto domino che crea quelle situazioni tattiche che si sono descritte pocanzi.
Abbiamo spesso sostenuto che Zlatan Ibrahimovic sia il giocatore che sposti gli equilibri tattici di una squadra più di ogni altro al mondo, l’impatto nella partita di ieri n’è stato la conferma. Lo svedese è un giocatore unico per caratteristiche, se Messi e Cristiano Ronaldo sembrano essere di una categoria ancora superiore sotto il profilo tecnico, Ibra è un elemento insostituibile anche più degli illustri colleghi. Certo è impossibile garantire una degna sostituzione dei due brillanti di Barça e Real sotto il profilo dell’incisività, ma trovare un giocatore capace di ricoprirne i ruoli è sì arduo, ma possibile. Lo stesso non si può dire invece per il Mago di Malmoe, unico in tutto e per tutto, il Milan ammirato ieri sera ne è l’ennesima conferma, la prova scientifica dell’importanza di un campione determinante forse più di ogni altro.