LA LETTERA DEL TIFOSO: "Perchè farci soffrire così?" di Marco

LA LETTERA DEL TIFOSO: "Perchè farci soffrire così?" di MarcoMilanNews.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
mercoledì 7 marzo 2012, 10:03La lettera del tifoso
di Vincenzo Vasta

Grazie, a prescindere. Partiamo da questo presupposto. In qualsiasi modo fosse andata, comunque andrà da ora in avanti, un sincero grazie a questi strepitosi eroi rossoneri che ogni domenica (o sabato), e anche durante la settimana, ci regalano emozioni uniche. E' da questi ringraziamenti a priori che parte, in maniera anche simpatica, la mia (e non solo) domanda: "Perché? Perché farci soffrire così?" L'esito positivo della qualificazione oggi ci permette anche di scherzarci su, ma i brividi dell'Emirates Stadium (più che evitabili) non sono da prendere sottogamba. Perché, ragazzi? Perché rievocare vecchi fantasmi? (come se in questo periodo non bastasse già il fantasma del gol di Muntari contro la Juve). Non è giusto non poter festeggiare come si deve una qualificazione più che meritata. E' un peccato, per noi tifosi, ma soprattutto per gli stessi ragazzi che, nell'insieme dei 180 minuti, si sono dimostrati di gran lunga superiori alla squadra di Wenger. Se a tutto questo si
aggiunge quel pesante precedente di La Coruna, il terrore aumenta. La paura fa 90, e a Londra abbiamo davvero vissuto 90 minuti di autentica paura. Colpa di quei tre gol che, se definire regalati è troppo, dire che sono stati gentilmente concessi non è abbastanza. Tutto ci si poteva augurare dopo il 4-0 dell'andata, tranne che un avvio così, con le giovani ventate di Gunners che insidiavano ora Mesbah, ora Thiago Silva, ora Mexes. Il 3-0 flash ci ha fatto rimpiangere la scintillante andata di San Siro, ci ha palesato ancora una volta quanto pesa l'assenza di Boateng (specie in queste occasioni), ma soprattutto ha dato nuovamente respiro a quel vecchio ricordo che con tanta fatica avevamo riposto in un cassetto polveroso delle nostre menti rossonere. In più, a dare un'ulteriore rispolverata agli spettri del Deportivo, ci ha pensato El Shaarawy, emulando il Kakà di La Coruna e divorandosi un gol che avrebbe spento immediatamente le speranze inglesi. Ma La Coruna è lontana da
 Londra, e non solo sulla carta geografica. La storia non si ripete, non stavolta. Perché questa volta ci sono da ringraziare le manone, i piedi, i riflessi di Abbiati, la saggezza di Van Bommel in mezzo al campo, la grinta di Abate. C'è da ringraziare tutta la squadra, da Allegri a Ibra. Proprio lui, il nostro faro che si accende ad intermittenza e che, a sua volta, è impegnato a lottare contro i suoi, soliti fantasmi europei, che si era parzialmente lasciato alle spalle proprio nella gara di andata. Zlatan si è battuto alla grande, come sempre, ma non è riuscito ad incidere, neanche quando ha recuperato quella palla con Szczesny fuori dai pali e ha tirato fuori di pochissimi centimetri un pallone che molto probabilmente sabato a Palermo si sarebbe conficcato nel sette alle spalle di Viviano. Forse sono proprio quei pochissimi centimetri che separano ancora il nostro fuoriclasse svedese da Messi e Cristiano Ronaldo.
 Tuttavia anche nel tormento londinese, sono venuti fuori i veri campioni, quelli che siamo abituati a vedere. Quelli che, nella ripresa, come a San Siro, hanno messo sotto i Gunners e sfiorato più volte il gol che avrebbe regalato qualche minuto di tranquillità in più a tutti. Ed è proprio alla luce di questo che la mia domanda iniziale torna con insistenza: "Perché farci soffrire così?" Non volevano farci annoiare forse...? Scherziamoci su, ora che possiamo, l'incubo è finito, siamo ai quarti... Quindi, ancora una volta, GRAZIE RAGAZZI!



 Marco Romano