...Il diavolo ha smarrito l'anima europea: poca cattiveria e tanta inesperienza

...Il diavolo ha smarrito l'anima europea: poca cattiveria e tanta inesperienzaMilanNews.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
mercoledì 7 marzo 2012, 21:30Focus On...
di Emiliano Cuppone

La sconfitta dell’Emirates è stata la più dolce del Milan negli ultimi anni, i rossoneri escono sconfitti ed a tratti umiliati dal gioco della squadra di Wenger, ma con una qualificazione ai quarti che pesa come un macigno.
Sfatato il tabù degli ottavi di finale contro le squadre inglesi, che reggeva ormai da troppo tempo, Massimiliano Allegri deve soffermarsi, però, su una prestazione che lascia più di qualche dubbio sull’attitudine europea del diavolo. Certo la vittoria dell’andata è stata importante e bella sotto il profilo del risultato e del gioco, ma il cammino in Champions del Milan è stato troppo altalenante per dare le certezze che i tifosi del diavolo si aspettano.
Già nel girone si era visto un Milan dalle due facce, concreto, cinico e compatto al Camp Nou, bello e sfacciato a San Siro contro il Barcellona, ma anche svagato e disattento in casa del Bate Borisov e del Viktoria Plzen. Il pareggio in casa dei bielorussi era stato pervaso dalla sfortuna, un Milan ancora rintronato dal problema di Cassano aveva sprecato tanto, ed era stato punito dal Bate alla prima disattenzione. Quello in casa dei cechi, invece, era stato il crollo psicologico nel finale di una squadra che aveva la vittoria in pugno grazie al doppio vantaggio siglato da Pato e Robinho.
La partita disputata ieri all’Emirates ha mostrato ancora una volta e di più i limiti caratteriali di un Milan forse troppo acerbo in alcuni elementi. Il diavolo è entrato in campo contratto, timoroso, per nulla incisivo. Ci si poteva aspettare che la squadra fosse rilassata, che giocasse con sufficienza, invece i ragazzi di Allegri sono sembrati oltremodo nervosi, va bene il gol subito a freddo, ma il vantaggio era tale che si poteva reagire in maniera nettamente diversa.
In un contesto quasi surreale, con lo stadio dei gunners che ha creduto sin dal primo minuto  nel miracolo, ed un Milan in bambola, sono risaltate le differenze caratteriali e l’esperienza di alcuni uomini forse più avvezzi alle sfide di un certo peso. A spiccare fra i rossoneri sono stati Mark Van Bommel e Philippe Mexes, splendidi durante tutto l’arco dei 90 minuti seppure colpevoli di una disattenzione che ha aperto la strada al primo gol dell’Arsenal.

Il capitano dell’Olanda, dall’alto della sua pluriennale esperienza europea, ha fatto capire sin da subito il suo spirito con quel fallo d’ammonizione (che gli costerà il quarto di finale d’andata visto che era diffidato), sintomo della volontà di interpretare la partita come se si partisse dallo 0-0. Ha continuato a giocare in maniera imperiosa, ha sovrastato i giocatori di Wenger a centrocampo ed ha tamponato le falle dei compagni di reparto. Il francese, dal canto suo, è stato senza dubbio il migliore nel reparto difensivo, ci ha messo personalità e classe, una calma olimpica un intervento dopo l’altro, senza scomporsi mai ed uscendo spesso palla al piede nonostante il risultato fortemente in bilico. Ha trasmesso serenità a tutto il reparto Mexes, ha interpretato alla grande il ruolo andando a recuperare alla grande su ogni pallone, ha brillato al fianco di un Thiago Silva spento ed un po’ giù di corda che ha regalato il raddoppio a Rosicky.
Per il resto tante incognite, eccezion fatta per Abate che, dopo un inizio zoppicante, ha tenuto bene sulla sua fascia, ed in parte per Ibrahimovic che, seppur quasi mai pericoloso, ha saputo interpretare il ruolo di boa, andando a recuperare palloni dalla spazzatura della latitante manovra rossonera, trasformandoli spesso e volentieri in falli a favore. Robinho ed Emanuelson evanescenti ed a tratti irritanti, El Shaarawy non pervenuto e nervoso quando ha avuto il pallone che avrebbe chiuso definitivamente la partita, ma con l’attenuante dell’età e dell’esordio europeo, Nocerino frastornato e frettoloso quando ha sbagliato un gol già fatto. Ma lo specchio del Milan è sembrato essere Mesbah. Massimiliano Allegri ha sbagliato ha gettare nella mischia l’algerino su una fascia complicata da gestire, il ragazzo non ha ripagato la fiducia con una prestazione pessima, non ha tenuto quasi mai il diretto avversario, spesso si è fatto trascinare fuori posizione, mostrando il lato peggiore di un giocatore solitamente molto accorto e, probabilmente, una scarsa attitudine alla sfide che contano.
Il Milan esce con troppe incognite da un ottavo di finale dalle due facce, simbolo di una squadra che mostra evidenti limiti caratteriali, è mancata la cattiveria ieri sera, è mancata spesso nelle sfide importanti in questa stagione, la speranza è che il Milan sappia imparare e riesca a mettere la giusta intensità in tutte le sfide, che sappia fare quel definitivo salto di qualità che lo porti nuovamente ad avere la dimensione europea di un tempo.