...I "mal di pancia" di Ibra e le "profezie" di Galliani: questione di "titoli"

...I "mal di pancia" di Ibra e le "profezie" di Galliani: questione di "titoli"MilanNews.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
sabato 10 marzo 2012, 09:00Focus On...
di Emiliano Cuppone

Continuano a farsi sentire gli strascichi della pesante sconfitta patita a Londra. Nonostante il passaggio del turno abbia alleviato i dolori di un 3-0 che ha stupito tutti, le ripercussioni dell’orribile apparizione del Milan di Allegri sembrano essere più pesanti del previsto, andando oltre la profezie di Adriano Galliani che aveva affermato che le brutte prestazioni passano, mentre il passaggio del turno resta.
I detrattori del diavolo, infatti, non hanno perso tempo a gettare del sale sulla ferita aperta da Van Persie e compagni. Risalto mediatico importante per la presunta discussione fra Ibrahimovic ed Allegri, e subito dopo il titolone sui soliti mal di pancia dello svedese. Ciclicamente torna in voga “l’infedeltà” del Mago di Malmoe, lui che non ha mai giurato amore eterno a nessuna delle prestigiosissime maglie che ha vestito, lui che con il suo caratteraccio e quella eterna “insoddisfazione” sembra tenere sulle spine tutti i tifosi che puntualmente sono finiti per innamorarsi dei suoi gesti calcistici, ed altrettanto puntualmente sono finiti per salutarlo a malincuore.
Nonostante le rassicurazioni del diretto interessato e le seccate risposte del suo vulcanico procuratore, c’è chi giurerebbe che l’Orco Zlatan dopo due anni di Milan avrebbe già voglia di cambiare aria e giungere alla corte dello “special-mentore” Mourinho. Non sono bastate neanche le parole di Rino Gattuso, sempre molto sincero e senza peli sulla lingua, pronto a sdrammatizzare la situazione ed a ricondurre tutto ad un semplice scambio d’idee fra allenatore e giocatore, dopo una sconfitta che avrebbe fatto saltare i nervi anche al più serafico dei calciatori.
Voci e titoli di giornale sulla faccenda, ci mancano solo le interrogazioni parlamentari sull’umore del numero 11 rossonero, il quale, a quanto pare, non ha il diritto di arrabbiarsi dopo una sconfitta che non è andata giù a nessuno in casa Milan.
La speranza dei tifosi rossoneri è che l’arrabbiatura del dopo Arsenal e le fastidiose voci di mercato non portino ad altro che ad uno sfogo sul campo del gigante di Malmoe, con il malcapitato Lecce che si troverebbe di fronte all’ira calcistica del “barbaro” Ibra.

Sarebbe l’avverarsi della seconda “profezia” del Galliani in versione Nostradamus che si sfregava le mani pregustandosi un Ibracadabra carico e voglioso di sfogare tutta la tensione sul pallone nella sfida di domenica. Sarebbe l’ennesima dimostrazione di supremazia dello “svedesone”, sarebbe la solita reazione di quel campione che vive di rabbia e voglia di riscatto, sarebbe la conclusione perfetta di una settimana “avvelenata” da sconfitta e polemiche, in cui il passaggio del turno in Champions League (a 5 anni di distanza dall’ultimo quarto di finale) ed il raggiungimento della vetta della Serie A in solitaria (per la prima volta in stagione) sembrano essere passati quasi in sordina.
Nessun titolo che inneggiasse alla doppia “vittoria” della squadra di Allegri che in due giorni si è vista catapultare fra le prime 8 squadre d’Europa ed in cima, potendo finalmente guardare tutti dall’alto in basso. in Italia. I presunti malumori di Ibrahimovic e l’attesa per un chiarimento che non è arrivato (molto probabilmente perché non necessario) hanno monopolizzato l’attenzione intorno ad un Milan che fino a qualche settimana fa veniva dato per spacciato, a causa dei risultati, e che oggi viene dato comunque in crisi, nonostante i risultati.
Alla fine possiamo essere d’accordo con Adriano Galliani, per quanto nell’immediato l’ad rossonero venga smentito dalla realtà dei fatti, siamo certi che nel lungo periodo (e per lungo periodo intendiamo non più di qualche mese) l’esperto dirigente avrà avuto ragione, perché per quanto i titoli sui giornali facciano sensazione sul momento, alla fine sono sempre e solo i titoli sul campo a rimanere nella storia.