Fischiettando questo monotono ma godibile ritornello...

Come quelle canzoni estive che ripetono sempre le stesse parole ma che ascolti al massimo del volume per allietarti i pomeriggi d'agosto. 22 gol in 23 partite. Zlatan. Ibrahimovic. Prendere fiato per respirare l'aria che circonda lo svedese, con lui è sempre primavera. Due gemme per impreziosire una stagione oltre l'immaginabile. Il secondo gol dello svedese è la sintesi dello strapotere fisico, della tecniche e della qualità dell'uomo chiamato scudetto. La prima interrogazione di spagnolo si è conclusa con una sufficienza piena e una prova positiva in generale. La Roma è rappresentata dal cucchiaio di Totti, più simile a una badilata che a un dolce ricordo di ciò che ormai non è più. La disattenzione iniziale ha regalato il vantaggio giallorosso, due pali, del sempre ottimo Stephan El Shaarawy e di Muntari, colorano il semaforo di arancione. Il verde scatta nella ripresa con il rigore e la perla dello svedese. Il giovane classe 1992 parte spesso largo, posizione a lui più congeniale per rientrare e provare a fare male. Bello il movimento ad accentrarsi, altrettanto il calcio a giro che coglie il palo più lontano. Emanuelson conferma che come trequartista proprio non funziona. Muntari invece colleziona l'ennesima prova maiuscola e l'ennesimo cartellino a gara terminata. La macchina (non) perfetta funziona. Il gioco espresso non è sublime, troppi lanci lunghi per valorizzare Ibra a discapito dello spettacolo del titik e titok. Alla fine ha ragione chi fa il gol. Questo Milan è proiettato al secondo scudetto in due anni, andando a vincere con un distacco importante. Il popolo rossonero alla fine allargherà le braccia a Ibra…

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