Il Barcellona fa paura: Xavi e Messi impressionanti, Dani Alves è un'incognita

Il Barcellona fa paura: Xavi e Messi impressionanti, Dani Alves è un'incognitaMilanNews.it
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mercoledì 28 marzo 2012, 09:45L'Avversario
di Emiliano Cuppone

Iniziata la rubrica di analisi statistico-tattica dell’avversario di turno, speravo di non dovermi cimentare con il Barcellona degli alieni. La squadra di Guardiola è stata da poco nominata la più forte del secolo, gioca un calcio splendido e spaventoso per gli avversari, ma i numeri di questa formazione sono ancor più impressionanti.
I blaugrana hanno un possesso palla che annichilisce gli avversari con una media pari al 70%, completano l’89% dei passaggi che effettuano, percentuale impressionante se ti si pensa che il tiqui-taca del Barça si compone di 669 passaggi corti di media a partita (per darvi un metro di giudizio il Milan ne effettua 471, il Real Madrid 493, la squadra che fra le top d’Europa si “avvicina” di più ai catalani è il Bayern Monaco con i suoi 533 passaggi). Il 77% dei gol arrivano da azione manovrata, una percentuale paurosa, la più alta d’Europa naturalmente, che indica come la squadra di Guardiola abbia una facilità disarmante ad andare in gol contro le difese schierate. Il predominio del territorio è tale che degli 84 gol segnati in campionato solo il 5% arriva su ripartenza, nonostante i velocisti che la squadra ha a disposizione il contropiede risulta arma quasi superflua (seppur sfruttata benissimo quando ce n’è l’occasione).
La manovra si sviluppa in maniera ordinata e sfiancante, sfruttando il campo in tutta la sua ampiezza con un sostanziale equilibrio e con una leggera predilezione per il lato destro su cui si produce il 36% delle azioni blaugrana, dal quel lato agisce infatti Dani Alves, una delle fonti primarie del gioco di Guardiola. I pericoli per le squadre avversarie, però, arrivano più da sinistra, dove spesso agisce Lionel Messi, da quel lato arriva il 21% dei tiri del Barcellona. I blaugrana non sfruttano il tiro da fuori, solo il 33% delle volte provano il gol da lontano, sintomo di una squadra abituata a cercare spesso e volentieri l’imbucata in area, con quella trama di passaggi fitta, con la circolazione veloce al limite dell’area in attesa del ribaltamento sull’uomo in isolamento che ricorda molto uno schema cestistico.
In difesa i pericoli maggiori per Victor Valdes arrivano dalla fascia destra, spesso infatti le sortite offensive di Dani Alves lasciano il fianco scoperto alle ripartenze avversarie (da quel lato sfondò il Milan con Seedorf in occasione del gol di Ibrahimovic a San Siro, anche se in quella occasione il brasiliano era assente), da quel settore arriva il 21% dei tiri in porta subiti dal Barcellona.
Il fulcro del gioco, naturalmente, è Xavi Hernandez, senza alcun dubbio il miglior regista al mondo. I numeri del centrocampista spagnolo sono impressionanti, il ragazzo è il miglior passatore della squadra, le sue medie fanno paura ed in Champions League arrivano a 120 passaggi per apparizione con il 94,2% completati (in campionato ragioniamo sull’ordine di 103,3 passaggi con il 92,5%). Xavi perde solo 1 pallone a partita sulla pressione degli avversari, regalando la ripartenza con un proprio errore d’impostazione solo 0,8 volte ad apparizione (fate attenzione però, queste ultime cifre sono riferite al campionato, più indicativo per quantità di partite, perché in Europa quest’anno non è mai accaduto che concedesse la ripartenza). Il ragazzo oltre a gestire il pallone come nessuno al mondo, ha regalato anche 6 assist in campionato ed 1 in Champions, offre 2,4 passaggi potenzialmente da gol ogni partita, per di più è andato in rete 10 volte in campionato (secondo miglior marcatore della squadra) ed 1 in Champions.
In avanti il pericolo maggiore è rappresentato, neanche a dirlo, da Lionel Messi, semplicemente il miglior giocatore al mondo.

Il ragazzo in campionato viaggia con 35 gol (12 in Champions) e 10 assist (4 in Europa), ma oltre che finalizzatore è anche un catalizzatore della sfera con 65,5 passaggi effettuati ed un media dell’84,2% di riuscita ogni volta che mette piede nel rettangolo verde.
A servire e supportare l’argentino ci pensa in maniera eccellente Dani Alves, che con i suoi 10 assist in campionato (3 in Europa) è il secondo miglior assistman della squadra (dopo Messi naturalmente). Il terzino di Guardiola è sempre nel vivo della manovra, effettua 78 passaggi ogni match (il secondo dopo Xavi) e ne consegna al destinatario l’84,5%, offre puntualmente la sovrapposizione ed arriva al cross dal fondo 1,2 volte a partita (il migliore dei suoi). Il brasiliano è croce e delizia per i blaugrana, come detto prima, infatti, spesso lascia scoperto il suo lato, perde il pallone 1,5 volta a partita sulla pressione ed offre la ripartenza con un proprio errore 1,2 volte ad apparizione.
Trovare una chiave tattica per battere il mostro blaugrana è impresa ardua e forse utopica. Ci siamo soffermati solo su alcuni degli uomini chiave di questa formazione, tralasciando personalità del calibro di Iniesta, Fabregas o Busquets. Certo se proprio vogliamo trovare un difetto al Barcellona potremmo sostenere che la difesa non è impenetrabile, lo hanno mostrato i due precedenti di quest’anno in cui il Milan è andato in rete per ben 4 volte. Ad Allegri quindi il compito di blindare la difesa per limitare l’offensiva massiccia del Barça, cercando di impedire a Xavi di impostare il gioco alla sua maniera, magari chiedendo più a Robinho che Boateng di sacrificarsi per limitarne l’azione, tenendo il ghanese più alto in fase di non possesso per sfruttarne la forza dirompente. Dovrà stare attento alle sortite offensive di Dani Alves, provando a prenderlo d’infilata con ripartenze veloci su quel lato, dove potranno agire a turno Robinho e Boateng creando la superiorità per provare a cogliere impreparata la difesa blaugrana. Per il resto ci vorrà tanto pressing, tanta attenzione, tenuta per tutti i 90 minuti e, naturalmente, un po’ di fortuna.