...Difendersi o attaccarli? La soluzione sta nel mezzo ed è "la partita perfetta"

...Difendersi o attaccarli? La soluzione sta nel mezzo ed è "la partita perfetta"MilanNews.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
martedì 27 marzo 2012, 19:45Focus On...
di Emiliano Cuppone

La partita dell’anno si avvicina, la sfida al Barcellona è il momento più alto di una stagione ancora tutta da scoprire per il Milan di Allegri.
Il doppio incrocio del girone ci ha detto che il Milan nei 180 minuti è uscito sconfitto da mostro blaugrana, 5-4 per i catalani il computo totale delle due sfide, per di più con quei tre gol subiti in casa dal diavolo che mostrano la prepotenza offensiva della squadra di Guardiola su qualsiasi campo. Le due partite disputate in autunno ci hanno fatto vedere due Milan diversi, il primo che al Camp Nou si è chiuso difendendo l’area con il coltello fra i denti, strappando un pareggio insperato negli ultimi minuti. Il secondo che a San Siro se l’è giocata a viso aperto e sullo stesso piano dei catalani uscendo sconfitto, ma a testa alta.
In molti oggi si chiedono quale delle due possa essere la scelta migliore, se chiudersi e provare a ripartire o se giocare sfacciatamente alla ricerca del gol. In un caso si proverebbe a limitare lo strapotere offensivo del Barcellona, sperando nell’invenzione degli avanti di Allegri, nell’altro si proverebbe a mettere in crisi la non impeccabile difesa di Guardiola, sperando di subire il meno possibile con una linea arretrata attenta, ma non rinunciataria.
Chi ha sconfitto per ultimo i catalani in Champions l’ha fatto con la prima opzione, era l’Inter di Mourinho, quella del triplete e del sacrificio totale, quella che con abnegazione tattica, tanta corsa ed un po’ di fortuna riuscì a mettere sotto l’avversario nei 180 minuti.
Massimiliano Allegri ha ricordato come il Milan sia squadra profondamente diversa da quella del portoghese, come il diavolo non sia abituato per natura a difendersi, come soffra quand’è costretto a ripiegare davanti all’area di rigore per 90 minuti. Probabile quindi che provi ad alzare il baricentro, possibile che cerchi d’imbottire il centrocampo di qualità ed esperienza, magari schierando Clarence Seedorf dal primo minuto come accaduto a San Siro nel girone.

Probabile che cerchi di aggredire alto il Barcellona, senza aspettarlo, senza chiudersi, senza alzare barricate molto spesso inutili contro il tiqui-taca dei catalani.
I due volti del Milan mostrati nel girone non hanno funzionato, almeno non in pieno, hanno strappato un punto in due partite, ottenendo risultati che non sarebbero sufficienti oggi a passare il turno ed approdare alle semifinali di Champions. Hanno fatto intendere, però, che sia in una maniera che nell’altra il Barcellona può essere messo in crisi, limitandone l’offensiva con una difesa massiccia ed attenta dell’area di rigore, così come provando a metterlo in difficoltà con un atteggiamento offensivo che può mettere pressione su una difesa che non è abituata a subire l’iniziativa avversaria.
Come sempre, o quasi, la soluzione potrebbe stare nel mezzo. Siamo certi che Allegri non chiederà ai suoi di gettarsi in avanti in maniera scellerata, non fosse altro perché si gioca in casa ed uscire da San Siro senza subire gol sarebbe già un buon risultato. Allo stesso tempo il tecnico livornese sa bene, e l’ha ribadito in conferenza stampa, che per passare il turno serve segnare un gol in più dell’avversario, per questo non può chiedere ai suoi di rinunciare all’iniziativa, conscio peraltro che lasciando il pallino del gioco interamente nelle mani dei blaugrana la squadra soffrirebbe più del dovuto.
Cercare una via di mezzo quindi, provare a tenere testa alla squadra più forte del secolo, ma senza scoprire troppo il fianco, cercare il gol con insistenza, ma non con scelleratezza, aggredire alti, tenere il pallone il più possibile e provare a colpire con la prepotenza fisica di Ibrahimovic e Boateng, cercare il miss match (per usare un termine cestistico) sfruttando i muscoli seppur usando il cervello dei costruttori di gioco rossoneri, senza mollare un centimetro, tenendo le linee serrate. Ci vorrà una squadra compatta e concentrata in tutti i 90 minuti, ci vorrà attenzione e forza fisica, ci vorranno gambe e testa, ci vorrà anche un po’ di fortuna, ci vorrà semplicemente la partita perfetta.