ESCLUSIVA MN - José Mari: "Milan, ecco cosa devi fare col Barça. La mia Italia, bei ricordi e un rimpianto. Ero a un passo dalla Roma, poi il presidente prese l'aereo..."

ESCLUSIVA MN - José Mari: "Milan, ecco cosa devi fare col Barça. La mia Italia, bei ricordi e un rimpianto. Ero a un passo dalla Roma, poi il presidente prese l'aereo..."MilanNews.it
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mercoledì 28 marzo 2012, 10:00Esclusive MN
di Gaetano Mocciaro

José María Romero Poyón, noto a tutti come José Mari in esclusiva per MilanNews racconta il suo passato e il suo presente, proiettandosi anche sulla sfida di questa sera fra Milan-Barcellona, partita in cui nel 2000 segnò nel pirotecnico 3-3.

José Mari, innanzitutto come stai? Come procede la tua carriera?

“Molto bene, dopo tanto girare adesso gioco vicino casa, allo Xerez, in Serie B. Mi sento bene fisicamente e il calcio mi piace tantissimo. Vivo a Siviglia, dove ci sono i miei familiari. Insomma, sono molto contento”.

In passato hai giocato, oltre che al Milan al Siviglia, Atletico Madrid, Villarreal, Betis, al Nastic

“Specie negli ultimi anni ho vissuto situazioni particolari, perché essendo cresciuto nel Siviglia e avendo esordito con loro il mio passaggio al Betis nel 2007 non fu accolto per niente bene dai miei ex tifosi. Si era creata una situazione insopportabile, anche perché il tifo a Siviglia è molto caldo e sono stato costretto a cambiare squadra andando a Tarragona, una bella città della Catalogna”.

Nella tua esperienza al Milan ricordiamo un tuo gol al Barcellona, in Champions League, anno di grazia 2000. Proprio rossoneri e blaugrana si ritrovano di fronte per i quarti di finale

“Ho ricordo molto piacevoli di quella serata, anche perché feci gol e ci fu un susseguirsi di emozioni, come sempre accade quando si affrontano due squadre del genere. Il protagonista, in verità, fu Rivaldo che ci fece tripletta e finì 3-3”.

Sulla carta il Barcellona è favorito. Hai la possibilità di vederli da vicino: sono davvero invincibili?

“In campionato è dietro al Real Madrid ma più per alcune coincidenze. Il Barça ha una squadra migliore, il Real più individualità, come Ronaldo, Di Maria, Ozil. Il Barcellona può ancora vincere la Liga, mentre per quanto riguarda la sfida col Milan essendo una doppia sfida tutto può succedere. Di certo se trova la giornata giusta è invincibile”.

Cosa deve fare il Milan?

“Secondo me sarà fondamentale sfruttare al massimo la sfida d’andata a San Siro. Dev’essere perfetto, perché poi al Nou Camp i blaugrana sono davvero invincibili. Lo stesso terreno di gioco, molto grande e con l’erba corta che fa girare la palla più velocemente favorisce il gioco dei ragazzi di Guardiola”.

In Spagna da un po’ di anni sembra di essere in Scozia: due squadre e poi il vuoto

“La gente se ne rende conto, Real e Barcellona fanno gara a sé. Poi viene il resto. D’altronde le disponibilità economiche dei due club sono decisamente superiori a quelle degli altri, di conseguenza succede questo”.

Gli italiani in Spagna faticano molto, così come gli spagnoli in Italia. Perché?

“Quelli che hanno lasciato il segno sono Vieri, diventato “Pichichi” (capocannoniere del campionato, ndr) e Carboni, che a Valencia ricordano con grande piacere. Gli spagnoli hanno fatto tutti male, vero, e non mi spiego il perché: Farinos, Mendieta, Javi Moreno, io stesso… forse in Italia non abbiamo trovato il nostro posto. Molti spagnoli ad esempio giocano in Inghilterra e fanno tutti bene, a questo punto mi viene da pensare che il calcio inglese sia molto più affine al nostro rispetto a quello italiano”.

Quale differenze noti sostanzialmente fra Serie A e Liga?

“In Italia il calcio è molto diverso:  è molto più tattico e duro e le squadre piccole per lo più cercano di non prenderle. In Spagna si gioca molto più a viso aperto, anche le piccole provano ad attaccare anche a costo di subire goleade”. 

 

Ti facesti notare al pubblico italiano in una sfida di Coppa Uefa, con la maglia dell’Atletico Madrid, segnando alla Roma. Proprio i giallorossi sembravano averti in pugno

“Confermo di essere stato a un passo dalla Roma. Sembrava fatta, il presidente giallorosso mi disse che sarebbe andato in America e dovevo aspettare il suo ritorno. E proprio nel frattempo è arrivato il Milan e al Milan non si poteva rinunciare”.

Che ricordi hai della tua esperienza al Milan? Hai qualche rimpianto?

“Ricordo con grande piacere l’Italia e il Milan, mi hanno trattato tutti bene dalla gente che mi incontrava per strada, ai compagni, alla Società. Mi dispiace non aver dato il contributo che avrei voluto, probabilmente sono arrivato troppo giovane”.

Tornando indietro accetteresti ancora di venire a giocare in Italia?

“Beh, adesso non mi prenderebbe nessuno (ride). Però tornando indietro, anche col senno di poi, verrei a giocare in Italia, perché è un campionato molto competitivo che ti aiuta a crescere. Per questo lo raccomando ancora ai giocatori spagnoli”.

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