Allegri ha capito che non può più stare zitto. A Barcellona potrebbe decidere il suo futuro. E se lasciasse fuori Ibra?
Secondo pareggio “pesante”. Dopo essere uscito indenne con il Barcellona, il Milan strappa un punticino anche sul difficilissimo campo di Catania, la squadra probabilmente più in forma del momento. Avrebbero messo tutti la firma per uscire con un risultato positivo dal Massimino. Il pari contro la squadra di Montella non è un risultato bugiardo nel complesso della gara, ma a fine partita Allegri ha sbottato contro gli episodi a sfavore che hanno nuovamente penalizzato il Milan. Il gol non convalidato a Robinho e un paio di off-sides che non c’erano, hanno fatto salire la tensione del moderato tecnico rossonero. Che ha alzato la voce chiedendo più tutele per il suo Milan. Era già capitato in questa stagione di vedere Allegri teso a fine partita. Non come ieri sera. Non con quelle dure parole.
Abbiamo avuto la netta sensazione che il tecnico (e il Milan) si siano accorti che non conviene più stare zitti. La risposta di Allegri era chiaramente diretta alle parole di Marotta di ieri, dove in un’intervista a Tuttosport il dirigente della Juve aveva parlato nuovamente di “arbitraggi condizionati da Calciopoli”. Una dichiarazione forte, troppo forte.
Si volevano abbassare i toni, nessuno lo sta facendo. L’avevamo scritto dopo Milan-Juve: così si rischia di creare un finale di campionato ricco di veleno e povero, poverissimo di contenuti. I valori (scarsi) espressi in questo campionato stanno dicendo che il Milan, nonostante una miriade incredibile di infortuni, sta meritando di bissare il successo in campionato. La Juve sta onorando al massimo il proprio impegno e il secondo posto sarebbe una manna del cielo dopo i due settimi posti degli ultimi campionati. Invece basta un episodio dubbio, un rigore non dato o un gol non convalidato per tirare fuori vecchi fantasmi e rovinare così questo povero campionato di serie A.
Per fortuna tra poche ore ci ritufferemo nel clima Champions, dove ci sono meno polemiche, più emozioni e quella musichetta che da sola, basta a capire che lì si fa sul serio. L’impegno del Milan a Barcellona è proibitivo per tanti aspetti: la forza dell’avversario, le condizioni non ottimali di tanti elementi tra i rossoneri e un’Ibrahimovic che nelle grandi sfide europee tende spesso a sparire. Buttiamo lì una provocazione: e se Allegri nella partita in cui deciderà molto del suo futuro, lasciasse fuori lo svedese? Se il Milan preparasse una partita tutta corsa e contropiede al Camp Nou? La nostra può essere vista come un’eresia, ma non troppo. Se presa in velocità, la difesa del Barça potrebbe soffrire la velocità di El Shaarawi e l’imprevidibilità di Robinho. Al Milan può bastare il pareggio, una gara di contenimento e sano contropiede può essere la giusta soluzione per fermare Messi e soci.
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