Farça: aveva ragione Mourinho. Pato: 14 minuti di interrogativi...

Farça: aveva ragione Mourinho. Pato: 14 minuti di interrogativi...MilanNews.it
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mercoledì 4 aprile 2012, 00:00Editoriale
di Antonio Vitiello
Vive e lavora a Milano, giornalista e Direttore di MilanNews.it, redattore di Tuttomercatoweb.com e TMW Magazine. Lavora presso "Sportitalia". Opinionista su Odeon TV, ospite a Milan Channel. Collabora con Radio Radio. Twitter: @AntoVitiello

Se la squadra più forte al mondo viene favorita in questo modo, è impossibile giocarsela. Nessuno mette in discussione una formazione fantastica come il Barcellona, con una filosofa di gioco da esportare in tutto il mondo, farcita di campionissimi, però quello che si è visto ieri sera al Camp Nou non può accadere in un quarto di finale di Champions. Va benissimo subire gol per “errori” del Milan (come nel caso della terza rete), ma chiudere un match ancora aperto con un’invenzione dell’arbitro e offensivo nei confronti di un club che in bacheca ha 7 Champions League. Offensivo nei confronti dei tifosi che hanno fatto chilometri per sostenere la propria squadra. Offensivo per il Barcellona stesso che probabilmente avrebbe vinto ugualmente ma almeno lo avrebbe fatto senza questa grossa macchia. Poi c’è un Milan incerottato che sulla base dello 0-0 casalingo prova ad ostacolare la banda di Guardiola e lo fa con grande coraggio. Una squadra oggettivamente inferiore si mostra al cospetto della formazione più titolata degli ultimi 5 anni per provare a fare l’impresa. A Barcellona nei giorni scorsi si è visto quanto era temuta questa sfida da parte dei catalani, massimo rispetto per i “vecchietti del Milan”, squadra tornata a dire la sua in Europa dopo qualche anno di anonimato. Senza Thiago Silva e Van Bommel, con tanti over 30, il Milan per una partita e mezza ha fatto seriamente preoccupare i blaugrana. Di fatto il match si è chiuso sul gol del 2-1, perché fino al quel momento si era visto una gara a favore degli spagnoli nelle statistiche ma ancora aperta. Dopo 10 minuti il Barcellona era già in vantaggio con Lionel Messi su calcio di rigore, Abbiati intuisce l’angolo ma la palla è troppo forte e precisa per essere respinta. Ma il calcio riserva sempre delle grandi sorprese, perché quando in squadra hai Messi tutto è concesso, ti aspetti le giocate da campione, invenzioni da genio del football, poi ti giri e dall’altra parte vedi  Antonio Nocerino da Napoli, centrocampista di contenimento, che segna 9 gol in campionato e uno ai quarti di finale contro il Barcellona, allora capisci che questo sport ha ancora qualcosa di magico e imprevedibile.

Poi ricadi nei soliti mille “perché?” interrogativi caduti nel vuoto quando vedi che in una gara così pesante vengono assegnati calci di rigore quasi inesistenti, a palla lontana. Una decisione fantasiosa, oggettivamente discutibile, che porta il Barcellona sul 2-1. Verrebbero da pensare le parole di Josè Mourinho, quando in passato ha dichiarato che il Barcellona è la squadra più tutelata al mondo. Anche mediaticamente. A fine primo tempo i replay della tribuna stampa hanno fatto vedere una sola volta (e da angolazione improponibile) il presunto fallo da rigore di Nesta su Busquests, mentre hanno riproposto 7 volte il rigore causato da Antonini, una sorta di “censura”, quasi a voler nascondere le immagini. Nella ripresa si chiude il discorso con il gol di Iniesta, frutto della solita giocata di Messi e di un rimpallo fortunato. Poi solo accademia dei catalani che in più occasioni hanno la possibilità di dilagare. Milan nettamente inferiore sotto il piano tecnico, ma il gap con i catalani non è colmabile perché nessuna società può permettersi spese così grosse in ogni campagna acquisti. Probabilmente è finito un ciclo, con tanti giocatori che a fine anno saluteranno nonostante gli anni di gloria e le tante vittorie in maglia rossonera.
C’è un’altra scena che rimarrà per sempre in mente in questa gara. I 14 minuti di Alexandre Pato, tempo di uno scatto con aggancio sbagliato in cui poteva anche riaprire il match e la sostituzione con Maxi Lopez. Perché Allegri ha schierato il brasiliano dopo diverse settimane di assenza? Vogliamo lasciarvi con un’idea, un pensiero che potrebbe spiegare una scelta che all’apparenza sembra illogica, considerando che il giocatore era appena tornato dagli States per risolvere i suoi problemi fisici e non aveva allenamenti nelle gambe. E se questa partita Pato doveva per forza giocarla?