Il cuore e l'orgoglio non bastano, ma Marte non è poi così irraggiungibile

Il cuore e l'orgoglio non bastano, ma Marte non è poi così irraggiungibileMilanNews.it
mercoledì 4 aprile 2012, 01:23Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan prova a sovvertire il pronostico sfavorevole e gioca ancora una buona partita, ma il Barcellona punisce ogni minimo errore, l'arbitro ci mette lo zampino con un rigore generoso e il sogno Champions svanisce.

I rossoneri escono dalla Champions a testa alta e con l'onore delle armi, ma anche il secondo obiettivo stagionale è sfumato e ora resta "solo" lo scudetto che, a questo punto, non si può fallire; è questo l'amaro verdetto del Camp Nou, prevedibile e ampiamente previsto, ma che una squadra generosa e determinata ha cercato in tutti i modi di ribaltare, provando a rendere possibile ciò che sembrava impossibile. Il Barcellona è forte e lo ha dimostrato anche in quest'occasione, imponendo il proprio gioco, dominando sul piano del possesso palla e creando molte occasioni, ma il Milan non ha certo sfigurato, è rimasto in partita fino all'ultimo e la qualificazione è restata in bilico anche sul 3-1, perchè sarebbe bastato un gol dei rossoneri a rimettere in discussione tutto e i ragazzi di Allegri ci hanno provato ma è stato tutto inutile. Peccato perchè dopo un inizio difficile con tanto di rigore realizzato da Messi che aveva portato la qualificazione dalla parte del Barcellona, il Milan era riuscito a riequilibrare la situazione con il gol di Nocerino e i catalani erano andati un po' in difficoltà e a quel punto, chissà perchè, è arrivato l'aiutino sotto forma di secondo rigore molto dubbio; dopo questo episodio il Milan è calato e ha faticato a reagire, poi il gol di Iniesta in avvio di ripresa ha messo la pietra tombale sui sogni di gloria dei rossoneri, che nel finale sono andati in difficoltà anche dal punto di vista fisico; Allegri ha tentato il tutto per tutto mandando in campo anche Pato, che i medici avevano dato per pronto, ma la partita del Papero è durata solo quattordici minuti ed è bastato allungare una gamba per cercare di agganciare un pallone per farsi nuovamente male ed uscire dal campo. Serata storta, insomma, sotto molti punti di vista, ma tutte queste sfide contro il Barcellona hanno, se non altro, fatto capire che i marziani non sono poi così spaventosi e che si può raggiungere prima o poi il loro "pianeta", perchè il Milan non ha mai sfigurato, anche se ha raccolto solo due pareggi e altrettante sconfitte. Il Barcellona ha dominato ma è sembrato meno devastante di altre volte e questo anche per merito del Milan, anche se i rossoneri sono parsi meno concentrati, attenti e ferocemente determinati rispetto alla partita di andata e, infatti, hanno commesso gravi errori e disattenzioni che hanno spianato la strada agli avversari, che certo non hanno bisogno di regali per essere superiori (e ciò vale anche per i "regali" arbitrali, ovviamente!). L'avventura del Milan in Champions finisce dov'era iniziata a settembre, cioè sul campo del Barcellona, ma non si può rimproverare molto ad una squadra ancora una volta penalizzata dall'emergenza infortuni e dal fatto che alcuni giocatori non erano certo al meglio della condizione.

Allegri dà fiducia alla formazione che si è comportata ottimamente all'andata, con l'unica eccezione di Abate al posto di Bonera; senza Van Bommel tocca ancora ad Ambrosini fare il regista e il frangiflutti a centrocampo; senza Thiago Silva tocca ancora alla coppia Mexes-Nesta cercare di arginare Messi e i tanti campioni del Barcellona, mentre Seedorf deve dare fantasia e inventiva al centrocampo e Ibra, con il partner d'attacco da lui preferito, cioè Robinho, deve cercare di essere finalmente decisivo in una serata decisiva e grande contro i grandi, cosa che raramente gli è riuscita in Champions League. L'immenso Camp Nou è strapieno e ci sono, ovviamente, anche i molti tifosi giunti dall'Italia per stare vicini al Milan in una notte importante che tutti sperano possa essere dolcissima, anche se sarà difficile, vista la qualità dell'avversario; difficile, ovviamente, è anche farsi sentire in mezzo a novantamila tifosi avversari, ma in qualche occasione l'impresa riuscirà.

L'avvio di partita è secondo copione: Barcellona in avanti con la solita ragnatela di passaggi e i tentativi di sfondare centralmente e Milan compatto a fare densità in mezzo, anche se tenere le linee strette è più complicato che a San Siro, dato che il terreno di gioco del Camp Nou è più largo. Il Milan riesce a chiudersi discretamente, ma sembra meno ermetico rispetto alla partita di andata, quindi Messi trova lo spazio per provare a far male, ma prima indirizza un tiro troppo debole verso Abbiati e poi sbaglia mira quando il gol sembrava già fatto. I rossoneri provano ad interrompere l'assedio con qualche ripartenza, ma non è facile tenere il baricentro alto contro una squadra che pressa e comprime il Milan nella sua metà campo. Purtroppo un errore di Mexes a centrocampo innesca un pericoloso contropiede di Messi che poi, dopo un batti e ribatti in area, viene steso da Antonini, ingenuo e maldestro. Lo stesso Messi va sul dischetto e realizza, anche se Abbiati intuisce la direzione del tiro e sfiora il miracolo. Ora la partita è ancor più dura e difficile, ma il Milan, dopo un attimo di sbandamento, reagisce e prova a rimettere in discussione risultato e qualificazione con un 'incursione di Boateng che, però, ci prova da posizione troppo defilata. Il Barcellona non si ferma, come espressamente richiesto anche da Guardiola alla vigilia, perchè un gol solo non può bastare per stare tranquilli e il dominio blaugrana è fatto sempre di possesso palla, pressing alto e scatti imprivvisi, ma, tutto sommato, Abbiati non corre grandi rischi se si eccettua un tiro morbido del solito Messi. Il Milan fatica a rendersi pericoloso, perchè troppo impegnato a chiudere ogni spazio agli avversari, ma basta un lampo a fulminare il Barcellona che, come sempre, concede molto in difesa: Ibrahimovic allarga intelligentemente per Nocerino, che scatta in posizione regolare e batte Valdes con un diagonale chirurgico, segnando il gol che potrebbe essere il più importante della sua carriera. Roba da stropicciarsi gli occhi per la meraviglia e, soprattutto, qualificazione che torna improvvisamente e inaspettatamente dalla parte dei rossoneri; il Barcellona sembra un po' colpito e per qualche minuto non gioca con la solita sicurezza e spavalderia, ma l'illusione di poter prendere il sopravvento dura poco, perchè un gran tiro di Messi costringe alla gran parata in volo Abbiati e ricorda a tutti che questo Barcellona può colpire come e quando vuole. Il ritrovato equilibrio nel punteggio si interrompe quando Kuipers punisce con il rigore una trattenuta di Nesta su Busquets, ignorando un blocco di Puyol sullo stesso Nesta e mostrandosi severissimo in un episodio che in Italia forse sarebbe passato inosservato; rigore generoso che Messi trasforma cambiando angolo e spiazzando Abbiati e il Barcellona non si ferma, il duello Messi-Abbiati prosegue e il portiere deve compiere un altro miracolo. Tanto Barcellona, poco Milan, ma risultato ancora in bilico e ciò basta per affrontare con fiducia anche la ripresa, perchè i rossoneri sono ancora vivi e in corsa.

La ripresa si apre con un episodio dubbio in area catalana: Mascherano abbatte Ibrahimovic e l'arbitro lascia correre, ma il dubbio resta, soprattutto ripensando al metro di giudizio generoso che il direttore di gara ha avuto nel primo tempo in occasione soprattutto del secondo rigore per il Barcellona. Una punizione di Xavi mette i brividi a tutti i tifosi rossoneri, ma il Milan non ha nulla da perdere, non può certo difendere ad oltranza un risultato che lo elimina e prova a spingersi in avanti, anche se lasciare spazi al Barcellona può equivalere ad un suicidio e, infatti, i rossoneri vengono puniti quasi subito e sono anche sfortunati, perchè il pallone arriva sui piedi di Iniesta, solo davanti ad Abbiati, per una sfortunata deviazione su tiro di Messi e il campione spagnolo non sbaglia realizzando il 3-1. Il doppio svantaggio è una montagna troppo alta da scalare per i rossoneri e il Barcellona può giocare in scioltezza e divertirsi, perchè non ha più paure e timori. Il Milan ci prova ancora, soprattutto con Boateng che prova a lottare solo contro tutti e Allegri prova ad inserire forze fresche a centrocampo, ovvero Aquilani al posto di Seedorf, applaudito da tutto lo sportivissimo pubblico catalano nonostante una prestazione sottotono (grande soddisfazione per il sorpreso Clarence). Robinho si divora il solito gol sparando su Valdes in uscita, ma questa volta la sua sciagura viene "annullata" da Kuipers, che ha visto un tocco con il braccio del brasiliano ad inizio azione; il Barcellona risponde con il nuovo entrato Thiago Alcantara, che si divora il gol con un diagonale troppo largo su delizioso invito di Messi. Il Barcellona ora domina e prova a dare anche spettacolo, il Milan soffre ma non molla e Allegri tenta il tutto per tutto mandando in campo anche Pato al posto di Boateng, spostando Robinho in posizione di trequartista. Il Papero riceve un pallone invitante ma non riesce ad agganciarlo e, probabilmente, proprio in quest'occasione subisce l'ennesimo infortunio e deve uscire dopo soli quattordici minuti lasciando il posto a Maxi Lopez. Nel finale il Milan è stanco e sfiduciato e il Barcellona potrebbe anche dilagare in qualche occasione, soprattutto con il nuovo entrato Adriano che si presenta solo davanti ad Abbiati e tira sul fondo, ma sarebbe una punizione troppo severa per un Milan che è stato sì dominato, ma ancora una volta ha provato a giocarsela fino in fondo, anche se è stato tradito dal solito impalpabile Ibrahimovic versione europea, che si è visto solo in occasione dell'assist per il gol di Nocerino. Finisce 3-1, il Barcellona va in semifinale come da pronostico, ma il Milan esce a testa alta dalla Champions; si qualificano i migliori e su questo non si può discutere, ma i rossoneri hanno fatto un'ottima figura nella doppia sfida e ciò deve essere motivo di soddisfazione nonostante l'eliminazione e deve dare fiducia e consapevolezza nei propri mezzi per le ultime otto partite della stagione; c'è ancora uno scudetto in palio con otto "finali" tutte da vincere e non ci si può permettere delusione, depressione o frustrazione; è stato bello sognare, è stato bello provarci, la squadra ha dato tutto e va ringraziata, perchè questa eliminazione, contrariamente ad altre del passato, non è una bocciatura (se non per il solito Ibra allergico alla Champions) e ha fatto capire che poi, in fondo in fondo, Marte non è poi così lontano ed irraggiungibile come sembrava fino a qualche giorno fa!