Mistero Pato: il cervello manda input sbagliati

Mistero Pato: il cervello manda input sbagliatiMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 5 aprile 2012, 16:00Primo Piano
di Antonio Vitiello
fonte articolo di Stefano Scacchi per Repubblica.it

Un infinito calvario sportivo nel quale si è persa la musica di uno dei giovani calciatori più promettenti del mondo. Pato sosterrà una risonanza magnetica per definire l'entità del problema ma quello che nemmeno domani potrà essere chiaro è il motivo che provoca tutti questi acciacchi muscolari in un atleta di appena 22 anni, ora a rischio anche per la convocazione della Seleçao alle Olimpiadi di Londra. Lo smarrimento a Milanello è reso ancora più forte perché la ricaduta (ko la gamba sinistra come a gennaio, mentre a febbraio era stata la destra) è arrivata tre giorni dopo il ritorno dal viaggio negli Stati Uniti che pareva aver messo la parola fine ai problemi di Pato. L'allenatore rossonero si è mosso nei limiti che gli erano stati indicati dallo staff medico: secondo queste informazioni, Pato, fermo da Milan-Juventus del 25 febbraio, aveva 15-20 minuti nelle gambe, non di più, perché nei giorni trascorsi ad Atlanta non aveva potuto allenarsi al meglio tra un esame e l'altro. "Ma probabilmente avrebbe potuto giocare anche quindici giorni prima, il problema è vedere come reagisce in partita", spiegano in casa rossonera. Le analisi effettuate dal professor Carrick avevano aiutato a capire qualcosa in più. Una parte del problema è rappresentata dai messaggi che arrivano ai muscoli del Papero dal sistema nervoso, impulsi del cervello che fanno scattare un sistema di difesa non sempre giustificato il quale, a sua volta, provoca movimenti potenzialmente scorretti. E' come se un passante modificasse la sua camminata sospettando una buca nel marciapiede che in realtà non esiste.
Il ko di Barcellona allontana anche il sospetto che tutto fosse legato al prato di San Siro dove si sono verificati quasi tutti gli stiramenti, risentimenti e strappi di questa vicenda (coincidenza fatta notare da Allegri). Un terreno sabbioso e scivoloso, dannoso per tutti gli interpreti, ma ancor di più per un calciatore che fa degli scatti lunghi e profondi la sua arma vincente. Anche questo è entrato nel calderone delle possibili spiegazioni, al pari della considerazione che aveva iniziato ad aleggiare in casa Milan dopo i primi acciacchi: la soglia del dolore bassa del brasiliano che si ferma appena sente pizzicare. Quando si è bloccato col Novara in Coppa Italia a gennaio, dopo aver segnato il gol decisivo, qualche compagno è rimasto di stucco vedendolo uscire da solo, senza ascoltare nemmeno il parere dei medici in panchina: loro erano lì a correre nel gelo da quasi 120' e lui, appena entrato, lasciava la battaglia così. Tutte ipotesi, ma nessuna risolutiva di fronte a questo mistero lungo due anni e tre mesi. E nessuno riesce a capire perché.

di Stefano Scacchi per Repubblica.it