Criscitiello: "Da "Papero" a "Brutto Anatroccolo", che fine farà Pato?"

Criscitiello: "Da "Papero" a "Brutto Anatroccolo", che fine farà Pato?"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 8 aprile 2012, 08:00News
di Antonio Vitiello
fonte di Michele Criscitiello per TmwMagazine

Se qualcuno avesse, ormai ben 4 anni e mezzo fa, pronosticato una delusione simile, gli avremmo di certo dato del folle. Al suo arrivo in Italia, Alexandre Pato sembrava un’ira di dio, inarrestabile fuoriclasse predestinato ad una carriera costellata da Palloni d’Oro: Messi? Sì, di quel livello lì, addirittura più giovane della Pulce. Il salto temporale lascia traumatizzati addetti ai lavori e tifosi: già, anche i supporter, l’ultimo baluardo della fedeltà nei confronti dei giocatori, ormai hanno scaricato il Papero, retrocesso clamorosamente a “Brutto Anatroccolo”. Nel mondo, il nuovo avanza: Pato viene poco considerato anche dal ct del Brasile Mano Menezes e persino il principale sponsor tecnico della Seleçao, che dopo il ritiro di Ronaldo e l’appesantimento di Ronaldinho aveva puntato tutto sul numero 7 rossonero per il mercato brasiliano, gli ha preferito in fretta Neymar come testimonial in giro per tutti gli store del globo. In Italia, giocatori con un valore assoluto inferiore (senza offesa), ma molta più fame, stanno affermandosi come stelle assolute: un esempio, Lavezzi. Una sottolineatura: non è il calcio che gli ha voltato le spalle, ma lui che lo ha fatto ad un movimento che lo attendeva come profeta.

Gli infortuni, ma non solo, sono stati decisivi per un cammino da gambero: sembrano giorni lontani anni luce quelli della doppietta al Santiago Bernabeu, gli ultimi felici su quotidiani sportivi e non su copertine di gossip patinate. Già, perché non bastassero i problemi fisici, il problema di Pato sembra ormai da anni quello dell’immaturità: un matrimonio lampo, tante serate in discoteca con il suo amico Dinho, poi l’amore con la donna giusta ma nel posto probabilmente sbagliato. Impossibile, la figlia del Presidente, come ne “L’allenatore nel pallone”: al primo litigio nello spogliatoio arrivato alle orecchie della società, inevitabile non rivolgergli, probabilmente anche in maniera ingiusta,uno sguardo di sospetto. Ci ha messo del suo anche Massimiliano Allegri,uno che adora i campioni con cultura del lavoro, meno chi pensa che il calcio sia più un passatempo che altro: difficile allora capire dove finirà il rapporto tra Pato ed i colori rossoneri, perché la protezione di Berlusconi è elevata, ma tutti, al dilà della fede calcistica devono augurarsi una svolta. Dopo l’ennesimo stop, basta false partenze: ultima disperata chiamata, prima che sia davvero troppo tardi.