A difesa di Ibrahimovic e Allegri: al Milan non è tempo di funerali

A difesa di Ibrahimovic e Allegri: al Milan non è tempo di funeraliMilanNews.it
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mercoledì 11 aprile 2012, 00:00Editoriale
di Antonio Vitiello
Vive e lavora a Milano, giornalista e Direttore di MilanNews.it, redattore di Tuttomercatoweb.com e TMW Magazine. Lavora presso "Sportitalia". Opinionista su Odeon TV, ospite a Milan Channel. Collabora con Radio Radio. Twitter: @AntoVitiello

E alla fine fu vittoria, in una delle partite più sofferte della gestione Allegri, fatta di cuore e grande sacrificio. I rossoneri non falliscono la missione al Bentegodi e tornano a casa con 3 punti dal valore inestimabile. Ieri sera a Verona poteva finire il campionato, il Milan l'ha tenuto ancora in vita. Un successo coinciso con una ritrovata solidità difensiva perché da oltre venti giorni Nesta e compagni subivano gol (Roma, Fiorentina e Catania), questo rimarca il solito concetto che in serie A l'aspetto difensivo è la fase più importante di una gara. Il Milan la passata stagione ha vinto uno scudetto subendo solo 24 reti, quest'anno invece è la Juve la formazione meno perforata ed è infatti una candidata al titolo. In Chievo-Milan non si sono viste azioni spettacolari, nessuna giocata degna di nota, ma finalmente si è vista una squadra lottare su ogni pallone, anche se in grande difficoltà. Possesso palla a favore dei veneti, azioni migliori della gara prodotte da Pellissier e Paloschi, però c'è stato orgoglio e cuore da parte dei rossoneri. Due componenti smarrite nelle ultime partite. Un Milan salvato dal siluro di Sulley Muntari che all'ottavo minuto con il sinistro buca Sorrentino da trenta metri. Secondo gol stagionale dopo quello all'esordio con il Cesena. Diciassettesimo centro in serie A per il ghanese. Una vittoria che dà ancora una volta ragione a mister Allegri. Con 13 indisponibili (per squalifica e infortuni) ha portato a casa un successo in un momento difficilissimo della stagione.

Non è da tutti restare a galla con un numero così alto di infortunati. La Juve ad esempio non ne ha mai avuti, e questo è stato sicuramente un vantaggio per Conte. L'unica volta in cui la Juve ha avuto Chiellini e Barzagli fuori contemporaneamente, i bianconeri hanno pareggiato per 2-3 volte consecutive. A testimonianza che nessun allenatore è un fenomeno senza i suoi uomini migliori. "Ci avevano fatto già il funerale" ha chiosato Allegri a fine gara, troppe critiche per una squadra che sembrava affondata del tutto dopo lo scivolone interno con la Fiorentina, eppure si parla della società che l'anno scorso ha vinto lo scudetto e per ora ha due punti di vantaggio sulla Juve in testa al campionato.
Infine bisogna spezzare una lancia a favore di Zlatan Ibrahimovic. E' scontato che si pretende sempre il massimo da un campione come lui, già a quota 23 gol in campionato. E' uno dei pochi a tirare avanti la baracca, caricandosi sempre il reparto offensivo sulle spalle. Non ha inciso in zona gol, ma per il semplice motivo che la manovra del Milan non è quasi mai arrivata in zona offensiva. Contro il Chievo Ibra non ha ricevuto mezzo pallone giocabile da Seedorf e Robinho, al contrario nella ripresa per toccare sfera ha giocato a ridosso della difesa, spesso correndo e pressando a tutto campo, per dare una mano alla squadra. E' vero che un bomber deve saper fare il suo mestiere, ovvero segnare, ma in un momento delicato come questo a nessuno dispiace vedere un giocatore "sbattersi" più degli altri. Su ogni lancio dalle retrovie Ibra riusciva a calamitarlo e nasconderlo agli avversari, nel momento in cui lo cedeva la manovra s'inceppava per errori dei compagni di reparto. Costantemente isolato e accerchiato da 4 uomini Ibra ha parecchie volte recuperato e smistato palloni, fungendo anche da playmaker. Mentalità da provinciale? Può darsi, ma è l'unico modo per uscire da un periodo nerissimo e chiudere il campionato in attesa di un mercato degno di questo club.