Nesti: "Milan sacrificale, contava solo vincere"
Un Milan provato 3 volte: dall’eliminazione in Champions, dalla sconfitta contro la Fiorentina, e dall’undicesimo infortunio, quello di Emanuelson, oltre a 3 squalifiche. Graffi e scorie da smaltire in 7 giorni, da martedì a martedì, passando attraverso sabato: troppo pochi per essere “vivi”. E così va considerato provvidenziale, almeno quanto le parate di Abbiati, il gol decisivo di Muntari, in un contesto sacrificale, comunque, superiore al previsto.
In difesa, 4 “nonni” e un “nipotino”; a centrocampo, la qualità azzerata, con possesso palla consegnato al Chievo; in attacco, il dovere di aspettare. L’icona della sofferenza è stata l’agonia dinamica e agonistica di Gattuso, costretto a giocare dopo mesi di inattività. Ma l’unica cosa, che contava, era vincere: per il resto, bisogna avere fede.
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