...Nella bufera Allegri è sempre lì: spettinato e contento

...Nella bufera Allegri è sempre lì: spettinato e contentoMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
mercoledì 11 aprile 2012, 22:45Focus On...
di Emiliano Cuppone

Sembra che non possa avere pace Massimiliano Allegri, il tecnico rossonero è costretto ormai da troppo tempo a vivere nella bufera. Nonostante i risultati gli diano fondamentalmente ragione, lui che è stato pressoché sempre in cima alla classifica di serie A, che ha riportato il Milan ai quarti di finale di Champions dopo troppi anni d’astinenza, le polemiche non accennano a placarsi.
Non è un pupillo di Berlusconi, ma questo l’avevamo capito ormai da tempo, sin dall’inizio, da quella conferenza stampa di presentazione in cui il numero uno di via Turati non gli lasciò neanche lo spazio per esprimere la sua soddisfazione nell’accomodarsi sulla panchina rossonera. Allegri è una scommessa di Adriano Galliani, l’a.d. l’ha scelto fra tanti, convinto che potesse essere l’allenatore della rinascita, ed il diciottesimo scudetto sembra avergli dato ragione.

Certo che da qui a metterlo sulla graticola ad ogni minimo passo falso ce ne passa. Il Conte Max non ha mai vissuto un’esistenza serenissima in questa stagione, messo sul banco degli imputati dalla prima giornata, dalla partenza falsa in campionato, sino a giungere all’esonero dietro l’angolo dopo la sconfitta interna con la Fiorentina.
I meriti dell’allenatore rossonero sono scomparsi di colpo, un tiro al bersaglio che ha investito il livornese nell’ultimo periodo con maggiore intensità, nonostante la vetta della serie A sia sempre lì, nonostante sia uscito in Europa per mano della squadra più forte di sempre giocandosela e tenendo le speranze vive per 180 minuti.
Tutti bravissimi a dimenticarsi la “rivoluzione allegriana”, a lasciarsi alle spalle velocemente il cambiamento che Allegri ha saputo portare nello spogliatoio rossonero, modificando gli equilibri senza sconvolgere le gerarchie, ripristinando uno spirito compatto e combattivo che ha portato il diavolo a primeggiare in Italia. Le invenzioni tattiche di Max l’acciuga sembrano un pallido ricordo, la superiorità con cui il Milan ha messo in fila tutti la scorsa stagione è ormai passato remoto, è passata in cavalleria la capacità di tenere botta e ripartire sempre con nuova linfa nonostante le defezioni, la bravura nel gestire al meglio le ridottissime risorse a disposizione non gli viene riconosciuta.
Crocifisso dopo l’infortunio di Thiago Silva, messo alla gogna dopo quello di Pato, portato al patibolo dopo il gol di Amauri, eppure lui è sempre lì, nonostante tutto, nonostante le critiche, nonostante l’ombra dell’esonero campeggi su tutte le prime pagine (ma non a Milanello ed in via Turati). Tiene botta il toscano, mostra i denti e tira fuori ancora più grinta, fa scelte coraggiose pur nell’emergenza, getta nella mischia tutti i lottatori che gli sono rimasti, chiede ai suoi di essere più operai e meno artisti, prova a costruire un altro trionfo, gli mancano 6 mattoni e ci metterà lui tutto il cemento necessario affinchè il muro stia in piedi ancora a lungo.
Il presidente non lo avrà mai amato, sin da subito si è lamentato dei capelli sempre troppo arruffati del suo tecnico, ma, se la bufera mediatica si placasse, forse Allegri potrebbe essere Conte Max fino in fondo e sarebbe meno spettinato e sempre in ordine, anche se a dir la verità il toscano sembra badare meno di altri alla capigliatura.