La Juve attacca su 4 fronti: campo, arbitri, calendario e mercato. Ma il Milan risponde

La Juve attacca su 4 fronti: campo, arbitri, calendario e mercato. Ma il Milan rispondeMilanNews.it
© foto di Pietro Mazzara
venerdì 13 aprile 2012, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
Giornalista sportivo a Mediaset, è stato caporedattore di Tele+ (oggi Sky). Opinionista per Telenova e Milan Channel. I suoi libri: "Soianito", "La vita è una" con Martina Colombari, "Sembra facile" con Ugo Conti.

L’Inter a 6 punti dalla Lazio e con davanti anche Roma e Udinese, crede nel 3° posto. La Roma a 4 punti dalla Lazio e con davanti l’Udinese, crede nel 3° posto. Il Lecce a -2 dal Genoa, -3 da Fiorentina e Bologna, -4 da Parma e Cagliari, crede nella salvezza. La Juve a +1 sul Milan crede nello scudetto. Restano solo i tifosi (perlomeno buona parte di loro) del Milan, a -1 dalla Juventus, a frustarsi la schiena, a piangere, recriminare, accusare, vomitare accuse e sentenze, sbaraccare squadra e società. Mai vista una resa collettiva così vasta in 35 anni di calcio, mai a 6 giornate dalla fine con un solo punto di ritardo. Mai vista.
Non essendo del tutto, o non ancora, o non ancora del tutto, rincoglioniti, vediamo bene che i bianconeri hanno la schiuma alla bocca con una condizione invidiabile, mentre i rossoneri hanno la schiuma alla bocca, ma alcuni di loro come in stato di choc anafilattico. Vediamo bene che nelle ultime settimane il vento è girato, vedremo bene come se la caverà il condottiero impavido capelli al vento con campionato e Champions da gestire. Eppure a Torino non sono tranquilli, sono meno ottimisti di quanto siano funerei e disfattisti a Milano. Sapevano all’inizio di essere inferiori e forse non solo al Milan, così la litania dei lamenti arbitrali è scattata alla prima giornata di campionato dopo un 4-1 in casa sul Parma. Una cosa mai vista.
Qualche settimana fa, per buttare acqua sul fuoco sull’ira milanista dopo il gol del 2-0 annullato a Muntari nello scontro diretto, è scattata la litania dei lamenti per il calendario delle ultime giornate. Nessuna persona intelligente, nessuno psicologo idiota può spiegare che differenza ci sia, che vantaggi e svantaggi procuri, che condizionamenti scaturiscano in un testa a testa che dura da 8 mesi, ravvicinatissimo (eh, sì, cari tifosi milanisti: ravvicinatissimo), se uno gioca prima o dopo l’altro. Se tu vinci, l’altro deve vincere per recuperare o per staccarti.

Esattamente come se tu pareggi o perdi. Quindi? Quindi provocazioni e basta. Mai vista nemmeno questa.
L’ultima perla è la sirena nelle orecchie di Nesta e Seedorf. Non vi è dubbio che a molti milanisti, i quali già da tempo hanno caricato sul camion della monnezza sia l’uno che soprattutto l’altro, non procurerebbe alcun prurito. Al Milan intesa come società, meno che meno: via 2 ingaggi pesanti e 2 di 37 anni. Cosa se ne faccia la Juve, la quale tra l’altro da tempo ha annunciato lo scarico del capitano bandiera Del Piero coetaneo di Nesta e Seedorf, è ancora più un mistero. Ma così, tanto per disturbare, tanto per innervosire, non è male buttar lì l’idea di prenderti a libro paga un paio di icone rossonere. Strategie. Mai viste nemmeno queste, ma strategie.
Come risponde il Milan? In silenzio. Tornando a vincere a Verona tenendosi l’anima tra i denti. Gridando con un paio dei suoi gladiatori, Gattuso e Nocerino, che si arrenderanno solo quando e se dovranno arrendersi. Non come hanno fatto molti tifosi rossoneri, che hanno già messo via le bandiere e tirato fuori le uova marce da tirare in faccia ai loro beniamini, ex beniamini, ora poster sdruciti.
Non siamo ancora del tutto rincoglioniti: è difficile, con un avversario così determinato e un’inseguitrice così zoppicante. Ma, nel caso, quest’anno per coerenza piazza Duomo dovrebbe essere un po’ meno affollata di un anno fa.