Non ci sono morti di Serie B. Un segno concreto in questa domenica senza pallone

Non ci sono morti di Serie B. Un segno concreto in questa domenica senza palloneMilanNews.it
domenica 15 aprile 2012, 00:00Editoriale
di Stefano Peduzzi
Stefano Peduzzi è nato a Milano il 25 gennaio 1979. Giornalista professionista dal 2003, è il curatore e il conduttore dei programmi Campionato dei Campioni e Csiamo sul circuito Odeon Tv. Ogni giorno racconta il Milan sulle frequenze di Radio Repo

Piermario Morosini aveva 25 anni e un grande sogno: inseguire un pallone ai massimi livelli. Il “Moro” è  morto ieri a Pescara mentre giocava una partita di calcio. E’ deceduto alle 17 in ospedale dopo vani tentativi di rianimarlo. Novanta minuti prima in campo si era intuito che per quel centrocampista di belle speranze c’erano davvero poche speranze. Ero impegnato nel commento di Pescara - Livorno e avevo capito fin da subito che stava accadendo qualcosa di drammatico. I volti dei giocatori in campo, le lacrime dei compagni del Livorno, la disperazione dei dirigenti toscani. Temevo, ma speravo. Purtroppo però non c’è stato più niente da fare: Morosini non ce l’ha fatta. Alle 17 le agenzie hanno confermato la notizia della morte e pochi minuti dopo è stato deciso di rinviare la partita Milan- Genoa e di fermare tutto il movimento calcistico dalla serie A ai dilettanti.

Decisione sacrosanta, perché non ci sono morti di serie B. A volte si osservano (malamente) dei minuti di silenzio per commemorare persone lontane dal mondo dello sport. Stavolta si è deciso di fermare tutto. Partite, calciatori e tifosi. Niente pallone, niente gol, niente polemiche davanti alla morte di un ragazzo di 25 anni.

Per qualcuno questo stop è stato inopportuno, per noi no. Perché è meglio – come ho scritto in un post - un “blocco totale piuttosto che un minuto banale”. Servirà a riflettere, a pensare a come evitare tragedie del genere. Non rendiamo vana questa domenica senza pallone.

Che il mondo del calcio, quello che ha avuto la forza la scorsa estate di fermarsi per la firma di un contratto collettivo, si organizzi per una grande raccolta fondi per dare ad ogni impianto sportivo un defibrillatore in grado di salvare qualche vita umana in più. Solo con un gesto concreto di questo tipo, si darà un senso a questa domenica senza il nostro amato pallone.  

   

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